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Collaboratori sportivi in ansia: per 5000 di essi niente bonus di novembre

  Pubblicato il 05 Nov 2120  09:59
Sono 5000 i collaboratori sportivi che non hanno ricevuto da Sport e Salute il bonus di giugno (vedi articolo precedente). Uno di essi, un giocatore di A1, ha scritto al ministero dello Sport ed ha avuto la seguente risposta dallo stesso ministro Spadafora: "Per questi 5000 collaboratori avremmo trovato una soluzione per la quale aspettiamo soltanto il parere del Ministero dell'Economia per procedere al pagamento".
Nonostante tali assicurazioni, la situazione non si è sbloccata positivamente: l'Ufficio delle Entrate ha confermato che i 5000 collaboratori non riceveranno il bonus di giugno. E non è tutto: lo stesso Ufficio delle Entrate ha fatto sapere che non avranno neppure il bonus di novembre.
Sono 130.000, invece, i collaboratori sportivi che hanno ricevuto regolarmente il bonus di giugno. Ma si teme, sempre per cavilli burocratici, che non tutti riceveranno quello per il mese di novembre.
 
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L'1 ottobre, sulla sua Pagina Facebook, il ministro Spadafora ha annunciato: "E' stato firmato il nuovo decreto per le indennità di giugno del bonus collaboratori sportivi e presto verrà avviata l'erogazione. Lunedì Sport e Salute farà sapere come procederà con l'erogazione. Stanno istruendo anche le richieste per chi ha fatto domanda solo per giugno, ne ho avuto la massima rassicurazione dal presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli".
Sport e Salute, invece, ha fatto sapere che non verserà il bonus di 600 euro di giugno e si riserva di chiedere la restituzione dei bonus finora versati (per marzo, aprile e maggio, totale 1800 euro) ai collaboratori sportivi per i quali è stata accertata disparità tra la cifra dichiarata nella domanda e quella effettivamente percepita.
Molti di questi collaboratori sportivi appartengono al mondo della pallanuoto e adesso si trovano in una situazione delicata, per alcuni anche drammatica. Ecco una delle mail in oggetto inviate da Sport e Salute ai collaboratori sportivi: "Al riguardo, si precisa che a seguito di riscontro effettuato con l’Agenzia delle Entrate è risultato che Lei ha dichiarato al suddetto Ente compensi per l’anno 2019 superiori a euro 10.000 mentre in sede di presentazione della domanda sulla piattaforma Lei ha dichiarato alla scrivente Società, ai sensi del D.P.R. 445/2000, di aver percepito nell’anno 2019 compensi per un importo inferiore a euro 10.000. Considerato quanto sopra e tenuto conto che l’art.75 del D.P.R. 445/2000, rubricato “decadenza dai benefici” prevede che in caso di non veridicità del contenuto della dichiarazione il dichiarante decada dai benefici conseguenti o siano revocati gli eventuali benefici già erogati, si comunica che la Società non potrà procedere alla erogazione automatica dell’indennità per il mese di giugno 2020, fatta salva ed impregiudicata ogni azione che la Società medesima si riserva di intraprendere per il recupero delle somme precedentemente erogate in suo favore e ferma restando la responsabilità per indebita percezione di contributi pubblici".
Perchè, si chiedono coloro che hanno ricevuto questa mail - e ce lo chiediamo anche noi - Sport e Salute adesso nega il compenso di giugno (e si riserva di chiedere la restituzione dei precedenti) se la stessa Sport e Salute ha previsto il bonus anche per coloro che nel 2019 hanno percepito più di 10.000 euro? Nel Decreto sta scritto: "È inoltre espressamente prevista una priorità per i collaboratori sportivi che nel periodo d’imposta 2019 non abbiano percepito compensi superiori a 10.000 euro complessivi". Ovvero non c'è esclusione per coloro che percepiscono più di 10.000 Euro, soltanto precedenza per coloro che ne percepiscono di meno.
Per giunta l'inclusione di coloro che nel 2019 hanno percepito più di 10.000 euro tra gli aventi diritto al bonus è stata ribadita dallo stesso ministro Spadafora in questo video: clicca su https://www.facebook.com/watch/live/?extid=0&v=546938039337893&ref=watch_permalink e vai al minuto 3,30
Inoltre la richiesta per accedere al bonus fatta dai collaboratori sportivi a Sport e Salute è stata accompagnata dal Cud 2019, che ovviamente è a cura della società d'appartenenza. Eventuali errori nella compilazione del Cud non dipendono dal collaboratore sportivo.
La domanda che adesso si pongono i collaboratori sportivi è la seguente: cosa dobbiamo fare per tutelare i nostri diritti? A chi dobbiamo rivolgerci?
Per quanto riguarda la pallanuoto, la risposta non può essere che una: Paolo Barelli, presidente della Fin nonchè senatore. Il 5 settembre scorso è stato confermato ai vertici della federazione, adesso si dia da fare per aiutare i propri tesserati.
 

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