Carbone: "La pallanuoto di oggi non piace"
Pubblicato il 30 Set 2116 14:10
Grazie ad un lavoro di ricerca che sto facendo con molta fatica, ma altrettanta soddisfazione, ho scoperto molte cose, probabilmente ai più non note, sugli albori della storia del nostro sport.
Parlo della fine degli anni dieci e dell'inizio degli anni venti, ovvero praticamente cento anni fa: a parte la pari dignità che avevano gli Sport sui principali giornali e quotidiani sportivi, la pallanuoto in particolare aveva un grosso pubblico, e la stampa era stupita dal grande ulteriore potenziale di crescita, visto che gli impianti erano pochi e spesso inadeguati, sia alla pratica sportiva sia agli spettatori.
Ad esempio, ai bacini di carenaggio del porto di Genova, campo di casa dell'Andrea Doria, all'epoca probabilmente la vera superpotenza della pallanuoto italiana, si recarono oltre tremilacinquecento spettatori a vedere la finale di un semplice torneo, la Coppa Esperia, giocata proprio da Andrea Doria e Sturla. Per cui non è palesemente la pallanuoto in sè il problema. Il problema è *questa* pallanuoto, che non piace quasi a nessuno e non attira, ma anzi perde spettatori continuamente pur avendo atleti infinitamente superiori a quelli dell'epoca d'oro. Quindi è il modo di giocare che è peggiorato, ed il modo di giocare fondamentalmente è dettato dagli arbitri, assai più che dagli stessi giocatori...
Stefano Carbone
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