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Averaimo: "E' giunto il momento di gettare le fondamenta per puntellare il nostro sport"

  Pubblicato il 22 Apr 2120  22:48
La conferma della sospensione dei campionati da parte della Fin e la nomina di una commissione speciale presuppone i seguenti scenari:
 
1. Fino al 31 maggio non si potrà tornare a giocare
2. Da oggi al 31 maggio questa commissione dovrà studiare il da farsi
3. Nel comunicato della Fin non è precisato, ma questa commissione non si occuperà dell'organizzazione dei campionati
 
Abbiamo deciso di aprire un dibattito con il parere degli addetti ai lavori.
 
GIANNI AVERAIMO (direttore sportivo della Banco Bpm Sport Management): "In questo momento c'è tanta incertezza, tanta confusione, siamo in una specie di limbo e credo sia giunto il momento che qualcuno prenda una decisione, nel bene o nel male. C'è anche tanta preoccupazione, per il presente ma anche per il futuro. Una preoccupazione legata, oltre ai pericoli per la salute, alla situazione economica, e in primo luogo alla riapertura delle piscine, che sono la fonte primaria di sopravvivenza per gran parte delle società. In questo momento, quindi, passa in secondo piano qualsiasi discorso che riguardi la formula del prossimo campionato. Se di futuro si deve parlare, allora io credo che si debba guardare oltre: non bisogna gettare le basi per la prossima stagione agonistica, bisogna gettare le fondamenta per puntellare uno sport come il nostro che da sempre vacilla. Ci vogliono certezze, ci vuole quell'unità tra le società che in questo momento è indispensabile per poter andare avanti. C'è stata qualche giorno fa la riunione dei club di A1, alla quale hanno preso parte tutti i presidenti: che sia questo un punto di partenza per ottenere una compattezza stabile, una Lega, un Consorzio, chiamatelo come volete, che risolva una volta e per tutte i problemi del nostro sport, che dia alla pallanuoto quella visibilità indispensabile per portare quattrini nelle casse societarie. Il nostro sport ha bisogno anche di regole, e non mi riferisco a quelle regolette che ogni tanto cambiamo e che riguardano l'aspetto tecnico, ma a regole generali di sviluppo che aiutino questo sport ad uscire dal dilettantismo che lo ha affossato".
 
ALESSANDRO BOVO (comunicato stampa An Brescia) - In una situazione in cui i motivi di dolore, e le insicurezze, occupano ancora la maggior parte del vivere quotidiano, pensare al dopo emergenza coronavirus può anche sembrare un’idea balzana, qualcosa di scarsa utilità o, al massimo, uno spunto per distrarsi un poco. Però guardare avanti, seppur con l’animo segnato da tanta sofferenza, rientra nelle naturali predisposizioni del genere umano, tanto quanto l’istinto di sopravvivenza, e anche il punto di vista di chi si occupa di uno sport particolare coma la pallanuoto, può avere una sua valenza.
A quasi due mesi dall’ultimo impegno ufficiale (il 22 febbraio, l’andata della semifinale di Euro Cup, contro l’Eger) e a quasi un mese e mezzo dall’ultimo allenamento con la squadra, l’allenatore dell’An Brescia, Sandro Bovo, prova ad analizzare il momento: «Con il contagio tutt’altro che risolto, con ancora tanti, troppi, decessi registrati ogni giorno, i sentimenti che prevalgono sono il profondo dispiacere, pensando a chi non c’è più e alle sofferenze diffuse in tutta la comunità, e l’incertezza per quel sarà il domani. Per quel che riguarda il nostro ambito, l’esplosione del contagio è arrivata quando la stagione stava entrando nel vivo e il colpo è stato duro tanto quanto la preoccupazione che regna ora: in attesa di conoscere le decisioni della Fin e al di là degli esiti della riunione dei presidenti del massimo torneo nazionale, dubito che il campionato possa ripartire, e pure sulla ripresa di settembre-ottobre ritengo che pendano delle grosse incognite e questo partendo dall’elementare considerazione che la pallanuoto è, e rimarrà, una disciplina di contatto, con tutto quel che ne consegue in termini di esposizione al rischio di contagio».
Idee di quello che sarà il post-emergenza? «Penso che la cosa fondamentale – risponde coach Bovo – sia adattarsi il più velocemente possibile, imparare a convivere, e quindi a non subire, una situazione simile. Proprio non vedo alternative: impegnarsi al massimo dando precedenza assoluta alla salute di tutti e alle attività lavorative».
Guardando al futuro del movimento pallanuotistico italiano, è stato ventilato il progetto di allargare a sedici squadre, la serie A1 maschile: può essere una buona idea? «Ampliare il numero dei team del torneo – replica Bovo – può servire a dare un nuovo slancio al nostro sport. Nel caso in cui venga ufficialmente annullata questa stagione, con il blocco delle retrocessioni e con l’inserimento di club con le giuste credenziali, il campionato potrebbe trovare nuovi entusiasmi innescando nuove motivazioni. Il periodo di pausa sarebbe da sfruttare per ritrovarci e discutere la riorganizzazione della pallanuoto: ripartire meglio di prima, questa è la speranza. Tornando all’allargamento dell’A1, penso che club ben strutturati e con solide risorse, potrebbero portare nuove energie, nuova linfa, a tutto l’ambiente. Già quest’anno, con Palermo e Salerno, abbiamo avuto una bella iniezione di nuovi entusiasmi, se poi pensiamo a una piazza come il Quinto, uno scenario con tante squadre dove può essere un vero piacere trovarsi a giocare, rappresenta senz’altro un’ottima condizione. Poi è evidente, come fattore esterno, che il governo deve favorire gli aiuti allo sport, deve fare in modo che le aziende siano incentivate a diventare sponsor, a sostenere le società il cui ruolo primario è creare le condizioni per la crescita dei giovani, curare le basi dello sport nazionale, compito, quest’ultimo, che è di grande interesse per tutta la collettività. Queste sono solo ipotesi, il quadro rimane molto incerto, però ritengo doveroso sfruttare la crisi per rimetterci in moto meglio di prima».
 
MARIO TORRISI (comunicato stampa Nuoto Catania) - Il presidente della Nuoto Catania Mario Torrisi analizza il momento che la pallanuoto italiana (ferma dal 7 marzo) sta vivendo a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, mettendo in luce i possibili scenari futuri.
 
- Presidente Torrisi la Fin ha confermato la sospensione della finale di coppa Italia di pallanuoto maschile e dei campionati nazionali di pallanuoto maschile (serie A1, serie A2, serie B, Under 17 A) e femminile (serie A1 e serie A2) in attesa di ulteriori approfondimenti e prossime valutazioni da parte delle autorità circa le riaperture della fase 2.

R. Credo che la FIN stia responsabilmente valutando l’evoluzione dell’emergenza per decidere, nel modo più corretto possibile, come procedere. Certamente più tempo passa più sarà complicato pensare ad una ripresa normale dei campionati. Sono state fatte varie ipotesi anche se credo che ormai ne rimangano davvero poche sul tappeto. Da quello che sento bisognerà aspettare il 3 maggio e, in base a quelle che saranno le valutazioni del Governo, verrà stabilito come chiudere la stagione 2019/20.
 
- Quale immagina possa essere il futuro della pallanuoto italiana?
R. La pallanuoto, più ancora di altri sport, vede profilarsi all’orizzonte un futuro molto incerto. Il nostro sport, infatti, si pratica nelle piscine che, come è noto, sono impianti che comportano gestioni molto onerose. Molte delle società sportive che praticano sport di base e sport agonistico sono gestori di impianti e sopravvivono grazie all’utilizzo degli stessi. Pertanto, bisognerà intanto vedere quante società sportive sopravviveranno alla fine dell’emergenza e potranno riaprire i loro impianti, ciò anche in considerazione della scarsa attenzione che il Governo Italiano fino ad ora ha dedicato allo sport italiano. Sono necessari interventi a fondo perduto a favore delle società sportive, la costituzione di una dotazione adeguata presso l’Istituto per il Credito Sportivo per assicurare credito integralmente garantito dallo Stato con tempi di rimborso lunghi, sospensione per un anno delle utenze e delle imposte.
 
- Come valuta l’attività della FIN a sostegno delle società sportive?

R. Va dato atto al presidente Paolo Barelli che si sta battendo in modo molto deciso a favore delle società sportive, da lui definite il vero motore dello sport italiano, avanzando richieste molto precise al Governo Italiano. Servono, infatti, aiuti concreti per fare fronte alle enormi difficoltà che ci troveremo di fronte molto presto. Il presidente della Federnuoto ha, infatti, richiesto un intervento economico importante da parte del Governo per non condannare a morte le società sportive e con esse lo sport italiano.
 
- La FIN ha intanto formato una commissione tecnico-scientifica per redigere le linee guida per far ripartire l'attività in piena sicurezza e per garantire la fruibilità degli impianti. Questo è un passo significativo per avviarvi verso la riapertura?
R. Posto che la priorità debba rimanere per tutti il garantire la salute degli sportivi, la FIN ha intelligentemente istituito una Commissione di esperti che ha il compito di individuare delle linee guida che possano costituire per il Governo, anticipandolo, delle indicazioni di ripresa puntuali e sostenibili. Il problema principale, a mio avviso, non sarà tanto quando ripartire, ma come ripartire. Le piscine apriranno per ultime, probabilmente, ma dovremo essere pronti, non solo per accogliere le prime squadre, ma anche l’attività di base e tutta l’utenza che consente di finanziare lo sport agonistico.
 
- Presidente guardiamo da vicino la situazione della sua Nuoto Catania, prima in classifica a pari punti (25) con l'Anzio, e con la prospettiva di arrivare in fondo. Quale sarebbe la soluzione migliore per non vanificare quanto fatto fino ad oggi, in primis sacrifici economici e risultati ottenuti sul campo?
R. Noi quest’anno, dopo la delusione della retrocessione della scorsa stagione, avevamo costruito una squadra con l’ambizione di provare da subito il ritorno nella massima serie. Le scelte fatte ci avevano dato ragione. Infatti, quando il campionato è stato sospeso ci trovavamo, seppur in compagnia dell’Anzio, primi in classifica. Ovviamente ci piacerebbe portare a termine il nostro progetto, ma non spetta a noi definire una corretta conclusione del Campionato di A 2. Da quello che leggo verranno bloccate le retrocessioni e garantite le promozioni dalla serie A 2 portando a 16 le squadre che disputeranno il prossimo campionato di serie A 1. Ci piacerebbe esserci!         
 
- In questo momento di sospensione delle attività agonistiche ha avuto modo di confrontarsi con gli altri presidenti di società?

R. Si certo sono in contatto continuo con altri presidenti di società di A 1 e A 2 e in tutti ho avvertito una grande preoccupazione per il futuro del nostro sport. Le preoccupazioni sanitarie rimangono la priorità avvertita da parte di tutti, ma a queste vanno aggiunte le preoccupazioni di ordine economico che non consentono ai più di programmare oggi una ripresa delle loro attività agonistiche. Ma in tutti ho sentito la grande passione che li anima e la voglia di trovare delle soluzioni sostenibili. E’ però necessario che il Governo Italiano faccia la sua parte.
 
ANDREA MAFFE' (giocatore della Reale Mutua Torino 81 Iren)
 
EDOARDO CAMPOPIANO (giocatore della Carige Savona)
 
GIUSEPPE MAROTTA (presidente onorario dell'Ortigia)
 
STEFANO POSTERIVO (allenatore del Plebiscito femminile): "Con la creazione di questa commissione la Fin ha agito in maniera molto opportuna e corretta. Prendere delle decisioni non ponderate, infatti, sarebbe stato molto rischioso. Fatta questa premessa, parliamo dei campionati: il mio desiderio è che la stagione 2019-20 sia portata a termine, ma non in maniera arrangiata, bensì regolarmente e compiutamente. Partendo a giugno, i tempi ci sarebbero sfruttando per i vari tornei anche turni infrasettimanali. Sto parlando, però, di un'ipotesi decisamente ottimistica. Qualora, invece, l'emergenza dovesse imporre la mancata conclusione dei campionati 2019-20, il mio pensiero è il seguente: non possiamo permetterci, pena la sopravvivenza di tutto il movimento pallanuotistico, un'altra mezza stagione come quella vissuta finora. Pertanto i campionati 2020-21 dovranno essere organizzati in modo da garantire una continuità tecnica ed economica a tutti coloro che fanno parte del mondo della pallanuoto. Ci vogliono campionati della durata di almeno nove mesi, senza continue interruzioni, con iniziative della Fin e delle società finalizzate non solo alla valorizzazione dei campionati ma che consentino ai club di continuare a godere dell'indispensabile apporto degli sponsor. La formula dei tornei? Non entro nel merito, l'importante - ripeto - è che i campionati siano strutturati in modo da tutelare la sopravvivenza delle società e il posto di lavoro di tutti i protagonisti del nostro sport".
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
partire prima del calcio? bah
Caimano 19
 
Buongiorno credo che anche questo drammatico momento,possa servire a fare un po di chiarezza e capire quali societa' hanno voglia e sostanza per partecipare a un campionato di A1. Inutile pensare a un campionato a 16 squadre ,sicuramente scadentissimo e poco attraente,la mia proposta e' la seguente:per iscriversi al campionato di A1 bisogna avere la liberatoria dei giocatori di avvenuto pagamento. Chi non lo fa viene escluso e retrocesso in serie c,tutte le societa' di A2 con i giusti requisiti e in ordine di classifica possono candidarsi,cosi la finiamo di avere squadre senza voglia e poco serie nei confronti degli atleti. Sminuiscono la pallanuoto,fanno solo danni.
deluso
 
Si parla tanto di sponsor, ma le aziende se investono migliaia di euro pretendono che il loro logo sia affiancato a contesti di alto livello qualitativo. In foto e video professionali, in piscine allestite, possibilmente con del pubblico e una copertura televisiva o streaming degna del 2020. Allo stato attuale una società che sipresenta ad un grande sponsor (non la trattoria del paese o l'azienda del padre del giocatore del settore giovanile) cosa offre?
Giuseppe
 

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