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Atene 2004, Malato:” Quel Setterosa voleva sempre di più. Non abbiamo mai pensato di non farcela”

  Pubblicato il 26 Ago 2124  09:25

La memoria storica è una delle componenti fondamentali di un movimento sportivo di un paese dalle grandi tradizioni come l’Italia. A vent’anni di distanza è giusto celebrare lo splendido oro olimpico conquistato dal Setterosa ad Atene 2004, l’apice del percorso compiuto da un gruppo di ragazze straordinarie sotto la guida del maestro Pierluigi Formiconi. Chiacchieriamo oggi con Giusi Malato, allenatrice delle giovanili della Nuoto Catania, allora incontenibile centroboa dell’invincibile armata azzurra.
 
Se deve riassumere il trionfo contro le greche con un’immagine quale sceglie? Quanto vi ha caricato dover giocare la sfida per il titolo contro le padrone di casa?
Se all’inizio ci avessero detto che eravamo in finale contro la Grecia penso che tutte avremmo messo una firma. Sentire dodicimila persone gridare Hellas Hellas è stata un’emozione fortissima , che ci ha dato la carica!
 
C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
Mai nessuna di noi ha pensato nella nostra carriera di non farcela! Mai! Figuriamoci in quella partita.
 
Se deve individuare il momento chiave del vostro torneo dove concentra la sua attenzione?
In semifinale contro gli Stati Uniti, partita vinta a pochi secondi dalla fine con gol di Zanchì da posizione 5.
 
Quale è stata la sua prima reazione quando ha visto il pallone scagliato da Grego terminare la sua corsa in fondo al sacco?
Ero sicura che Melania avrebbe fatto gol, l’emozione di comprendere che mancava pochissimo e che eravamo sul tetto dell’Olimpo, finalmente!
 
Che cosa rendeva unico e, per certi versi, indistruttibile quel Setterosa?
Noi siamo state brave a concentrare tutte le nostre forze sull’obbiettivo finale, senza mai accontentarci della vittoria. Volevamo di più, sempre di più, avevamo fame di riscatto. Tutte.
 
È innegabile che la pallanuoto femminile italiana non viva oggi il suo momento migliore. Che cosa serve per riportare il movimento alla dimensione che gli compete?
Sapere che in Italia ci sono poco più di 900 tesserate fa male, non si è stati bravi a cavalcare l’oda dei successi! Ci vuole una strategia di marketing studiata bene ed ad hoc per cercare di portare più ragazze possibili a giocare a pallanuoto… immagino per esempio campi di pallanuoto a mare… immagino per esempio testimonial nelle scuole… immagino
Per esempio una federazione presente e attenta che sponsorizzi i singoli  eventi e dia visibilità.
 

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