Allarme olimpico, il CIO minaccia di sospendere il Coni. Rischio per gli azzurri di gareggiare da "Atleti Indipendenti"
Pubblicato il 12 Dic 2120 13:08
Il Comitato Internazionale Olimpico si esprimerà definitivamente tra un mese, a Gennaio. Sul piatto vi è la decisione se sospendere o meno il CONI in conseguenza alle disposizioni in materia di autonomia sportiva. Il timore è che tutti gli atleti azzurri possano ai Giochi di Tokyo, il prossimo anno, senza bandiera tricolore, inno nazionale o possibilità di migliorare il proprio medagliere. Si gareggerebbe come "Atleti Indipendenti" (Ioa), situazione già accaduta al altre nazioni in passato come il Kuwait.
Adesso sarà corsa contro il tempo per venire a capo da questa spinosa situazione.
I tentativi fatti finora per far tornare il Comitato Internazionale sui propri passi si sono rivelati vani: la legge delega è caduta, nulla di fatto per Spadafora con la governance, il Coni non ha ripristinato la sua autonomia generando troppi punti di contrasto con la Carta Olimpica.
Due le nazioni sotto la lente d'ingrandimento del CIO: l'Italia e l'Iraq, dato che il Sudafrica ha già regolarizzato la sua posizione e la Russia e la Bielorussia sono già state sospese.
Non solo, Thomas Bach, presidente del CIO, revocherebbe quasi sicuramente quei 900 milioni di euro promesse per i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina del 2026.
E' dunque scattato l'allarme per scongiurare questa situazione apocalittica per lo sport nazionale: il deputato 5 Stelle Simone Valente ha chiesto l'audizione dello stesso Bach alla Camera perchè spieghi quali sono le incongurenze tali da poter vanificare la partecipazione alle prossime Olimpiadi. Una richiesta che difficilmente potrà essere accolta dal numero uno dello sport mondiale che interagisce costantemente con i Nocs, National Olympic Committees - i comitati olimpici nazionali, e dunque in Italia con il CONI.
Nonostante lo stesso dirigente tedesco abbia fatto scrivere lo scorso anno al CONI da James MacLeod, direttore delle relazioni con i comitati olimpici, indicando i sei punti della riforma dello sport che ledono i principi della Carta Olimpica, adesso si è rivolto direttamente al Premier Giuseppe Conte richiedendo un suo interessamento sulla vicenda.
Staremo a vedere nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi con la speranza che tutto possa risolversi nel miglior modo possibile per lo sport italiano.
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