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50 anni fa Italia-Germania 4-3: soltanto la pallanuoto è riuscita ad emularla

  Pubblicato il 16 Giu 2120  19:03
Sono trascorsi 50 anni, mezzo secolo, ma per chi ha visto quella partita è come se fosse ieri. Mondiali di calcio di Città del Messico, mercoledì 17 giugno 1970, semifinale Italia-Germania. Fischio d'inizio alle 17, mezzanotte in Italia.
All'1 e 45 di notte le due squadre sono ancora sul terreno di gioco. Tempi supplementari, il punteggio è 3-3. Hanno segnato nell'ordine Boninsegna (al suo primo gol in quel Mondiale, poi ne farà un altro, purtroppo inutile, in finale contro il Brasile di Pelè), Schnellinger, Muller, Burgnich, Riva, ancora Muller, che segna beffardamente il gol del 3-3. Rivera, vicino al palo, non riesce ad impedire che quel tocco maligno di testa del centravanti tedesco entri in porta. E allora dice ad Albertosi, impietrito tra i pali: "Non preoccuparti, ora ci penso io". E succede qualcosa di magico, d'imponderabile, di leggendario: in 21 secondi gli azzurri segnano il 4-3 senza far toccare palla agli avversari! Ecco l'azione: Boninsegna rimette in gioco e tocca a De Sisti, che scambia con Rivera, poi smista il pallone sulla sinistra a Facchetti, che lancia Boninsegna: il centravanti azzurro s'invola sulla fascia, si beve un avversario, entra in area e con un fantastico passaggio in diagonale rimette il pallone indietro, al centro dell'area: arriva in corsa Rivera e mantiene la promessa fatta ad Albertosi mandando il portiere da un lato e il pallone dall'altro con il piattone più celebre della storia del calcio italiano.
L'hanno battezzata "La Partita del Secolo" e stasera sarà ricordata alle 23,40 a "Porta a Porta" con la presenza di alcuni dei protagonisti di quella gara indimenticabile, che anni dopo fu emulata da altri due incontri memorabili, entrambi di pallanuoto: Italia-Jugoslavia, finale dei Mondiali di Madrid (22 agosto 1986), vinta dai nostri avversari 11-12 dopo otto tempi supplementari, e Italia-Spagna finale delle Olimpiadi di Barcellona (9 agosto 1992) vinta dagli azzurri 9-8 dopo sei tempi supplementari.       
 
I GOL DI ITALIA-GERMANIA 4-3
 
L'ARTICOLO DELLA FIGC
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
È il più nitido dei primi ricordi della mia vita, quell'epico incontro. Più di tutto amo il gol di Burgnich, l'ultimo che ci si poteva aspettare a segnare la rete più importante, quella che ci riprendeva per i capelli dal baratro nel quale stavamo sprofondando. Concordo con voi, solo la pallanuoto nel corso degli anni è riuscita a regalare all'Italia due incontri così epici, e ricordiamoci che la finale dei Mondiali di Madrid in realtà stava andando al nono e decimo supplementare perché il gol lo subimmo, per una follia dell'attuale tecnico della nazionale dovuta sicuramente ad un problema di lucidità, che solo 4 tempi regolamentari e 8 supplementari potevano togliere a quello straordinario giocatore che è stato. Resta l'enorme rimpianto di averlo perso e di grandissimo orgoglio di averlo giocato, quell'incontro ed altrettanto straordinaria fu ovviamente la finale olimpica di Barcellona. Questi due incontri, guarda caso, sono legati da una caratteristica in comune, ovvero le coppie di tempi supplementari che determinavano all'epoca il risultato finale, erano una caratteristica unica del nostro sport e se è vero che in talune occasioni potevano allungare notevolmente i tempi televisivi credo che mai nello sport ci sia stato qualcosa di così vicino alla intensità, alla drammaticità di una corrida come quei due match e credo sia una grossissima sconfitta del nostro sport essere ricorso a un espediente squallido e povero tecnicamente quali sono i rigori...
Stefano Carbone
 
 
 
 

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