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Sfogo di un ex arbitro di pallanuoto napoletano

  Pubblicato il 29 Ott 2019  23:59
Dummenica sera assieme a figlieme Pascale aggio visto Fiorentina-Lazio su Sky. Chelle ca potuto cumbinà l'arbitro Guida, che è quasi compaesano mio (isso è di Pompei, io di Torre del Greco) nun se pò 'mmaginà: nu iucatore 'ra Lazio ittato pe ll'aria in piena area, e Guida che fa? "Potete continuare". Ma comme, putite cuntinuà?! Cchiù rigore 'e chist... E 'o Var?
"Papà - me fa Pascale - 'e rregole so cagnate: se o' pallone t'acchiappa pe scagno mentre te staie pulizzando 'o naso co vraccio in miezz all'area, è rigore; se invece passi 'ncopp all'avversario e 'o scamazze, nun è niente".
"E allora è meglio 'a pallanuoto, Pascale mio".
"Papà, nun dicere strunzate, famme 'o piacere. Nun saie chelle che stamm passando".
"E chelle c'aggio passato io to sì scurdato?".
Pasquale è un arbitro di pallanuoto. Anch'io lo sono stato. Adesso sto scrivendo in italiano altrimenti i signori della Fina non mi capiscono. Dunque, dovete sapere che questa fissazione di cambiare le regole è cominciata più di vent'anni fa. Un giorno quelli che comandano si sono svegliati e hanno detto: "Cambiamo". E che si sono inventati? Due stronzate in un colpo solo: il rientro immediato del giocatore espulso temporaneamente e il gol che vale doppio quando il tiro parte da oltre sette metri. Erano gli inizi degli anni novanta, ma è scoppiato il quarantotto: in piscina non si capiva più nulla tra giocatori che andavano avanti e indietro nel pozzetto e quelli al tavolo della giuria che impazzivano per tenere il conto delle segnature. Ricordo un Volturno-Vasutas di Coppa giocato a Caserta: furono talmente tante le situazioni controverse (è gol da un punto oppure da due?) che non si è mai saputo se il risultato finale era giusto oppure no.
Ma fortunatamente è durata poco, tutto è tornato come prima e ho potuto arbitrare in santa pace. Più o meno. Si, perchè le regole non cambiavano, ma le indicazioni si. Un anno mi dicevano "devi lasciar giocare", l'anno successivo "devi fischiare di più". E chi era internazionale (fortunatamente non lo sono mai stato) doveva arbitrare in un modo in Italia e nella maniera diametralmente opposta all'estero. Perchè? Boh.
Sono andato in pensione giusto in tempo per scansarmi la nuova ondata di modifiche al regolamento: il tiro diretto che da sette metri passa a cinque e il tiro d'angolo solo se il pallone viene deviato dal portiere. Bisogna, tuttavia, riconoscere che in quanto a originalità non ci batte nessuno: siamo l'unico sport nel quale la deviazione del difensore è come se non ci fosse.
Quando mio figlio Pasquale ha cominciato ad arbitrare in A1, ecco un'altra novità: se attacchi il difensore nella sua metà campo vai fuori. "Papà, non ti dico quante riunioni stiamo facendo col Gug per questa nuova regola!", si lamentava Pasquale ignaro di quello che sarebbe successo da lì a qualche anno.
Campo da 25 si, campo da 25 no: questo il dilemma. Come lo risolviamo? Salomonicamente. Giochiamo la prima parte della World League in un modo, la Superfinal in un altro. Abbiamo inventato il campo a fisarmonica. E quando poi sembrava che l'insana passione di cambiare si fosse placata, ecco la rivoluzione del 2018: una valanga di nuove regole fatte appositamente per complicare la vita degli arbitri, per aumentare lo stress che li mangia vivi a bordovasca, per confondere ulteriormente le idee agli spettatori, che già non capivano un tubo prima, figuriamoci ora. Perchè tutto questo? Per velocizzare il gioco, per limitare il numero dei fischi.
Infatti adesso gli arbitri non fanno altro che fischiare rigori e segnature. Sono aumentati i penalty, sono aumentate le superiorità, è aumentato il numero dei gol, sono aumentate le interruzioni del gioco. Già, le interruzioni... ma non avevano ridotto il numero dei time out proprio per evitare di farne troppe?
Carmine Orocio
ex arbitro di pallanuoto
 
Legenda:
ittato: gettato
cagnate: cambiate
pe scagno: per sbaglio
pulizzando: pulendo
vraccio: braccio
'ncopp: sopra
scamazze: travolgi
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Sig. Corcione, come sempre Lei, carinamente ed ironicamente cerca di portare alla luce i molteplici problemi che purtroppo la pallanuoto ogni anno presenta. Ma Francesco, a mio avviso, nonostante una disamina cruda e diretta come un gancio al mento, ha sollevato il problema peggiore che attanaglia il sistema: il sistema stesso. Quello che più mi fa specie è la connivenza delle società italiane, che devono affrontare sacrifici economici-logistici non indifferenti e che nulla fanno per modificare o cambiare in toto il sistema. Un gruppo arbitrale “vecchio” che stimoli può portare? Più di una volta mi è capitato di ascoltare frasi di arbitri che si vantavano dei cartellini rossi dati, di quel giocatore segnalato ad altri colleghi o cose simili. La mancanza di conoscenza della pallanuoto, che è la principale carenza, insieme all’approssimazione e alla scarsa umiltà che dimostrano, diventano una bomba ad orologeria che scoppia ogni sabato con lamentele in diverse piscine d’Italia. Ma nulla cambia da 20 anni ad oggi e questa è la vera notizia: se alle società sta bene così, perché si lamentano degli arbitraggi nei loro comunicati? Lei è stato diplomatico Sig. Corcione, ma forse è arrivato veramente il momento che lei dia sfogo a tutti gli appassionati che sono contro questo sistema “vecchio”... Grazie per lo spazio.
Massimiliano De Simone
 
Il pesce puzza sempre dalla testa... da troppi anni siamo guidati sempre dalle stesse persone che hanno già dato tutto quello che potevano dare e hanno già preso tutto quello che potevano prendere, è ovvio che non ci siano più stimoli a fare bene e che l'unico obiettivo di questi è quello di stare seduti al loro posto più tempo possibile... Non cambiamo timoniere 85enne da un sacco di tempo, il presidente degli arbitri Italiani è da tempo lo stesso, i designatori sempre quelli e così via... tutti appiattiti e concentrati solo a fare fuori chi non si allinea al loro dictat... credere combattere obbedire... non si ascoltano altri pareri se non i loro, e il resto... troppi burattini sciocchi in mano dei primi...
Francesco Barbera
 
Sport bellissimo ormai da anni alla canna del gas
Antonio Bove

ecco, meno male, pensavo fossi il solo a non capirci più niente. La scorsa settimana ho visto Posillipo - Salerno e ho avuto difficiltà a seguire l'arbitraggio e il gioco stesso, per quanti fischi ed espulsioni ho visto. Un po' i giocatori non si sono adattati, un po' gli arbirtri non mostrano sicurezza.
domenico
 
Grande Mario Corcione (anagrammato Carmine Orocio)!!!
Max
 
 
 

 

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