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Musumeci:” Ogni sfida da dentro/fuori aumentava la nostra consapevolezza. Eravamo una squadra perfetta”

  Pubblicato il 11 Set 2124  09:00

Quattro anni di sacrifici, di rinunce e di duri allenamenti condensati in un unico giorno per arrivare pronti alla partita della vita, la finale per la medaglia d’oro olimpica. La sfida con la Grecia, già battuta nettamente nel girone eliminatorio, si rivela una battaglia nella quale l’orchestra azzurra completa il suo capolavoro rimontando due reti di svantaggio all’inizio dei supplementari e chiude poi i conti con la rete decisiva di Melania Grego. Maddalena Musumeci ci guida, nuovamente, nell’atmosfera da favola di Atene 2004, culla del trionfo che ha chiuso il ciclo vincente dello straordinario Setterosa allenato da Pierluigi Formiconi.
 
Se deve riassumere il trionfo contro le greche con un’immagine quale sceglie?
Il momento del podio a pari merito con il riscaldamento pre partita e le facce concentrate delle mie compagne di squadra. Sapevamo che era la PARTITA DELLA VITA 🥰
 
Quanto vi ha caricato dover giocare la sfida per il titolo con le padrone di casa?
La tribuna piena di gente ti dà una carica particolare, vincere a casa delle greche ancor di più; avevamo vinto già con la Grecia nel girone ma eravamo consapevoli che quella sarebbe stata una partita totalmente diversa e così è stato!
 
Sul -2 all’inizio dei supplementari quale è stata la prima sensazione che hai provato?
Che avevamo ripreso partite impossibili e che lo avremmo fatto anche questa volta.
 
Quale è stato il momento chiave del vostro torneo?
Le partite dentro/fuori, ogni partita una finale e per ogni finale cresceva la consapevolezza di essere sempre più vicine al traguardo.
 
Che cosa hai pensato quando hai visto il pallone scagliato da Grego terminare in rete per quello che sarebbe stato il gol della vittoria?
Ricordo la sensazione provata dopo il gol di Mela come fosse ieri, avevo i brividi, il pensiero è stato: ci siamo, dobbiamo solo difendere questo vantaggio 😍
 
Quale era il segreto che ha reso unico quel Setterosa?
L’obiettivo era chiaro per tutte.  Sapevamo come si poteva raggiungere, conoscevamo il percorso da fare, i sacrifici, le rinunce, ognuna era importante per le altre dodici.
Eravamo una squadra perfetta, ciascuno con il suo ruolo dentro e fuori dall’acqua come un’orchestra che suona una bella melodia quando tutti gli strumenti sono accordati e suonati al momento giusto con un buon direttore d’orchestra che gestisce gli attacchi.
 
È innegabile che la pallanuoto italiana non viva oggi il suo miglior momento. Che cosa serve per riportare il movimento alla dimensione che gli compete?
Io oggi sono fuori dai giochi perché ho fatto scelte di vita diverse ma sono certa che chi continua a lavorare per questo sport sta già facendo tanto per ricostruire ciò che serve per riportare la pallanuoto ai vertici. Forse si dovrebbe dare più fiducia a chi ha dimostrato in campo e fuori dal campo. Mettere a capo della squadra nazionale chi con passione, giorno dopo giorno continua a crederci. Ci sono delle mie ex compagne di squadra che meriterebbero di poterci provare e…. Riuscirci 😎
 
 

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