Attendere prego...

Archivio News

Tutte le News

Di Mario: “Il Setterosa mi ha insegnato che per vincere bisogna soffrire. Quel gruppo era un puzzle perfetto”

  Pubblicato il 02 Set 2124  10:05

Quando parla di sport ogni parola pronunciata è testimonianza tangibile di passione allo stato puro. In quel leggendario Setterosa era la sintesi perfetta di tecnica, visione di gioco e talento assoluto, una stella che nella spedizione in terra ellenica si è consacrata ai massimi livelli creando i presupposti per essere, ancora oggi, un’icona della waterpolo mondiale. Ci immergiamo, ancora una volta, nella magica atmosfera di Atene 2004 e per farlo ci avvaliamo del racconto di una compagna di viaggio davvero speciale: Tania Di Mario, oggi presidente dell’Ekipé Orizzonte Catania, allora splendida giocatrice che esaltava il suo talento cristallino nel contesto di una squadra che attraverso la strada della sofferenza, ha vinto tutto quanto c’era da vincere.
 
Se deve riassumere il trionfo contro le greche con un’immagine quale sceglie?
Quando Melania ha segnato l’ultimo gol mi ricordo che è stata la prima volta dall’inizio della partita che ho guardato il pubblico...eravamo ad Atene ma sembrava di essere in Italia, c'erano solo tricolori.
Poi una cosa bellissima è stata la sensazione di stringere le mani delle mie compagne mentre salivano sul podio. Mi ricordo di avergli detto guardiamo bene tutti, ricordiamoci tutto, questo è uno dei momenti più belli della nostra vita e non dobbiamo farci scappare niente.
 
Quanto vi ha caricato dover giocare la sfida per il titolo contro le padrone di casa?
È stato bello e complicato allo stesso tempo, era la squadra di casa e ovviamente sapevamo che tutti volevano che vincesse, poi c'era la nostra grande occasione, mai una piscina avrebbe potuto essere più piena... mai poteva sembrare più perfetta la possibilità di vincere le Olimpiadi in Grecia contro la Grecia.
Poi c'era Pierluigi che, appena siamo entrate in quella piscina in mezzo a migliaia di bandiere greche, ci ha detto: "Vabbè facciamo finta che sono tutti della Lazio ..."😅
 
C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
Io non ho mai pensato di perdere ma mi sono resa conto che le cose non stavano andando benissimo in alcuni momenti... ma mai pensato di non farcela.
 
Se deve individuare il momento chiave del vostro torneo dove concentra la sua attenzione?
I quarti di finale credo siano sempre in punto fondamentale di un torneo, la partita della vita, noi contro     l’Ungheria abbiamo tirato fuori i 4 anni di sacrificio lacrime e determinazione che avevamo passato dopo la non qualificazione, non è sempre scontato ma ci siamo riuscite tutte e nello stesso momento .

Miglior giocatrice del torneo, capocannoniere e oro olimpico. Atene è stata la definitiva consacrazione di una stella?
Onestamente io non sapevo nemmeno che esistesse quel tipo di riconoscimento, prima non era così importante o pubblicizzato, tanto che finito tutto non sapevo di avere avuto quel riconoscimento, però mi ricordo come l’ho saputo, alla finale maschile eravamo sugli spalti si è avvicinato un dirigente Fina e mi ha detto:” Hai incredibilmente vinto il premio di miglior giocatrice anche se io non sono d'accordo "   .... Grazie comunque gli ho risposto🤣!
 
Quale è stata la sua prima reazione quando ha visto il pallone scagliato da Grego terminare la sua corsa in fondo al sacco?
Il suo gol è il più bel gol che io abbia mai visto... perfetto! Non ho pensato però fosse finita, in quella partita poteva succedere di tutto, come era già successo, ho  solo pensato che aveva fatto una magia in una finale olimpica.
 
Che cosa rendeva unico e, per certi versi, indistruttibile quel Setterosa?
La verità è che non te lo so spiegare, non eravamo perfette ma sembrava che fossimo perfettamente compatibili, ognuno il suo ruolo, il suo spazio, le sue qualità...noi, il nostro staff, Pierluigi.
Tutte sicuramente con una fortissima determinazione, pronte a tutto, senza nessun limite alla fatica, alla voglia di fare bene, di essere le migliori.
Una cosa che difficilmente ho ritrovato: a noi piaceva SOFFRIRE, perché sapevamo che la sofferenza ci avrebbe portato ad un grande traguardo.
Io li ho imparato che le cose belle sono DIFFICILI, sono incredibilmente complicate e quindi abbiamo accettato e accolto tutto di quella sofferenza.
 
È innegabile che la pallanuoto femminile italiana non viva oggi il suo momento migliore. Che cosa serve per riportare il movimento alla dimensione che gli compete?
Ogni movimento ha dei cicli e degli andamenti che non possono sempre vederlo vincente, l'ultimo quadriennio non è assolutamente solo negativo, ci sono state cose molto belle altre meno, Parigi volevamo tutti andasse in un altro modo, per il movimento, per le ragazze e per tutte le persone che lavorano per quattro anni con tanti sacrifici e che si meriterebbero comunque e sempre un lieto fine.
Voglio pensare e cercherò nel mio piccolo di aiutare questo pensiero che ci sia ancora molto da prendere, da fare. Fa costruire, le cose belle arriveranno.... SOFFRENDO arriveranno.
 

Inviaci un tuo commento!

(la tua email email non verrà pubblicata nel sito)
I dati personali trasmessi saranno trattati direttamente da A.S.D. WATERPOLO PEOPLE quale titolare del trattamento ed esclusivamente per lo scopo richiesto garantendo la riservatezza e la sicurezza dei dati.

I dati personali saranno conservati solo il tempo esclusivamente necessario. Ogni interessato può esercitare il diritto di avere informazioni sui propri dati ai sensi dell'art. 7 dlgs 196/2003.

La preghiamo quindi di fornire il suo consenso al trattamento dei dati cliccando sull'apposito riquadro.

* campi obbligatori
Attendere prego...

Grazie della collaborazione!
Il tuo commento è stato registrato in archivio e sarà visibile nel sito dopo l'approvazione amministrativa.

Ok