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Campagna: "Italia, c'è troppo egoismo, devi fare squadra come noi" (di Franco Carrella)

  Pubblicato il 14 Ago 2019  16:24
DA "LA GAZZETTA DELLO SPORT" DI OGGI

Vacanze? Si fa per dire. Sandro Campagna, a Siracusa, dopo  l’oro mondiale (e il pass olimpico) ha dovuto indossare i panni del preparatore atletico: «Mio figlio Brando gioca a calcio e nei prossimi giorni a Roma si aggregherà alla Boreale, mi ha chiesto di allenarlo per presentarsi in forma». Quando si dice la professionalità. Esauriti i compiti da papà, il c.t. del Settebello volerà al Meeting di Rimini, dove mercoledì 21 parteciperà all’incontro «Allenatori che hanno fatto la storia dello sport» assieme a Sacchi,  Roda e Barbolini. Seguiranno altre celebrazioni.
 
Non si conteranno i messaggi che ha ricevuto dopo il trionfo del 27 luglio.

«Centinaia, tutti emozionanti. Molti anche dal mondo del calcio: da Agnelli a  Mancini, da  Marotta a Uva. E dai colleghi c.t., da  Sacchetti a Blengini».
 
C’è qualcosa che non è stato ancora detto su questa straordinaria  avventura coreana?
«Mi rendo conto ogni giorno di più che abbiamo costruito un... grattacielo. Una rivelazione la faccio: a chiusura del girone preliminare avevo programmato di cenare con la squadra in un ristorante, consuetudine nel mezzo di una grande competizione, ma la brutta prova con la Germania mi aveva fatto incavolare e non mi sono presentato. All’indomani ho cancellato la mezza giornata di riposo e in quell’allenamento mattutino, in un luogo sperduto e molto distante da Gwangju, ho lasciato il comando al mio vice Pomilio, senza dare indicazioni. I ragazzi hanno capito quanto ero arrabbiato. E non finirò mai di ringraziare il mio staff».
 
A inizio stagione avete fatto una riunione sull’utilizzo dei social e degli smartphone.
«È vero. Ai giocatori ho raccomandato di farne un uso moderato. Non solo: ho detto pure di non rimbambirsi con quelle interminabili serie televisive, magari facendo l’alba. Anche quello può togliere lucidità».
 
Una volta, all’interno della Fin, le anime del nuoto e della pallanuoto non si amavano molto.  Qualcosa è cambiato...
«Eccome.Non nego che in passato ci fosse un po’ di distacco, adesso invece facciamo realmente “sistema”. Con Pellegrini c’è  stima reciproca totale,  Paltrinieri e  Detti li incrociamo costantemente a Ostia e discutiamo di tutto. Noi andiamo in piscina a tifare per loro e viceversa. Questo è molto bello».
 
Ancora Recco contro tutti, nel prossimo campionato.
«Penso che il gap con le altre big sia aumentato. Al vertice potranno inserirsi Ortigia e Savona».
 
Via la Final Six, ci sarà una finale scudetto al meglio delle tre partite tra prima e seconda.
«Chiamatelo pure compromesso, ma playoff veri e propri non potevano starci in un’annata come questa, tra Europei e Olimpiade».
 
Parliamo di calcio. La sua Juve ricomincia da Sarri: voglia di un gioco più spettacolare?
«Non credo che sia stato questo il motivo, piuttosto la società ha ritenuto che il ciclo di Allegri fosse chiuso, indipendentemente dai risultati. Amo Sarri, ma sia chiaro: avrà bisogno di tempo. E vorrei che puntasse meno sulla tattica e più sulle motivazioni».
 
Quale «centroboa» per la Juve? Icardi, Chiesa oppure...?
«Io terrei Higuain: sa giocare di sponda, dà profondità. Certo, tra i nomi di possibili acquisti, Icardi è quello che più gli si avvicina. Ronaldo? È un marziano, ma gli chiederei di fare meno giocate individuali».
 
Il suo amico Conte, invece, riparte dall’Inter.
«Farà molto bene: è un martello. E alla prima stagione con una nuova squadra si è fatto sempre valere».
 
Mancini e la Nazionale.
«Roberto è un vero mago, sa lavorare sulla testa».
 
Parliamo di politica: è stato coinvolto in campagne elettorali per  Comune di Siracusa e  Regione Sicilia.
«Avrei fatto l’assessore, contributo  esclusivamente tecnico, ma sono felice  che sia andata... male. Mi sono reso conto che quel mondo non fa per me, basta guardare il nostro Paese oggi: vedo egoismo ovunque. C’è bisogno di fare squadra, proprio come noi. Altrimenti non si va da nessuna parte».
Franco Carrella
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Infatti la mia era sana ironia ...ma chi vince ha sempre ragione e lui ha vinto ...la vado dura per Campopiano o bruni ...oppure Cannella ...speriamo che dia una possibilità a loro
Bravo 2
 
La capacità è stata che ha capito che tutti sti oriundi non servivano E si era innamorato di esterofilia quando ha capito che erano solo dei mercenari ha fatto un bel cambio di rotta riportando in nazione persone che erano state scattate e messe da parte ...sana intelligenza da allenatore ....
Bravo
RISPONDE MARIO CORCIONE: "Scusi, ma ha letto attentamente la formazione dell'Italia? Bodegas, Echenique e Figlioli ci sono sempre, e senza di loro dubito fortemente che il Settebello avrebbe vinto il Mondiale. Quanto al termine mercenari, ci dissociamo  completamente".
 

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