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La componente mentale assume un peso sempre più rilevante nello sport moderno e la squadra che riesce a creare una sua solidità psicologica per imporla agli avversari acquisisce certamente un vantaggio significativo. La forza mentale era certamente uno dei principali tratti identitari del Setterosa targato Formiconi. Ritorniamo nella magica atmosfera di Atene 2004 con il racconto di Cinzia Ragusa, oggi tecnico della Slovacchia.

 

Quando ripenso al nostro trionfo sono davvero tante le immagini che passano nella mie mente ma la più significativa per me è quella dei miei genitori

 

Quanto vi ha caricato dover giocare la sfida per il titolo contro le padrone di casa?
avevamo incontrato la Grecia nel girone, e vinto. Sapevamo che sarebbe stata un’altra storia, ci ha caricato il fatto di avere la tribuna piena.

 

Che cosa vi ha detto il mister prima di uscire sul piano vasca a giocarvi la medaglia d’oro?
Divertitevi, godetevela e quelli vestiti di blu sono venuti per noi, tutti tifosi della Lazio.

 

C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
Sinceramente no e se qualcuno l’ha pensato non ha detto nulla.

 

Che cosa rendeva unico e, per certi versi, indistruttibile quel Setterosa?
La fame di vincere, la voglia di lottare sempre fino alla fine, la forza mentale uguale in ognuna di noi.

 

Quanto c’è, nel suo percorso da tecnico, degli insegnamenti appresi dal maestro Formiconi?
Per quanto riguarda il lato tattico c' é tutto e solo Pierluigi nel mio percorso da tecnico, lui ci ha insegnato i piccoli dettagli che hanno fatto la differenza.

 

È innegabile che la pallanuoto femminile italiana non viva oggi il suo momento migliore. Che cosa serve per riportare il movimento alla dimensione che gli compete?
Mi spiace che la pallanuoto italiana femminile viva questo momento di poca luce, penso ci voglia tanto duro lavoro, calma e comprensione, costruire le basi con le giovani, lavorare sulla tecnica individuale.