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Editoriale

L'importanza delle riprese televisive

  Pubblicato il 21 Mar 2015  14:57
Dopo aver parlato nei precedenti editoriali dell'Habitat degli eventi e della spettacolarità del gioco
 
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affrontiamo il problema della CAPACITA' ATTRATTIVA DELLE RIPRESE TELEVISIVE.
E' importante riflettere sul fatto che in tutto il mondo - fatta qualche rara eccezione - la capienza delle piscine, anche di quelle di notevole ampiezza, non supera i 3000 posti nelle piscine coperte e i 5000-7000 posti in piscine scoperte con tribune fisse o prefabbricate. E' facile comprendere, quindi, come l'evento trasmesso in televisione abbia una potenzialità notevolmente più importante.
Nel campionato italiano di A1 (6 partite maschili, 5 femminili) la capienza media è di circa 700 posti. Se fossero totalmente occupati, avremmo una media di 7000-8000 spettatori. Un altro dato che ci fa capire l'importanza delle riprese televisive, se ben fatte.
Come per l'habitat e la spettacolarità degli incontri, applicare un FORMAT DELLE RIPRESE TELEVISIVE è difficile e, spesso, impossibile, ma i suggerimenti sono necessari per eventi importanti (utili per eventi meno importanti) e, comunque, miglioreranno  l’immagine della waterpolo.
Una ripresa, se NON ATTRAENTE e se non esalta i punti di forza della waterpolo, può creare disinteresse e DANNI all’immagine (conviene non avere la ripresa TV).
 
Per migliorare la POPOLARITÀ della waterpolo sarebbe necessario:
 
1. eliminare il RIFLESSO DELLE LUCI sull’acqua che, spesso, non permette la visibilità a spettatori, arbitri ed ancor più ai telespettatori. Rendere lo spettacolo visibile ai telespettatori e agli spettatori significa far capire loro la “GRANDE BELLEZZA” e fidelizzarli al nostro sport.
2. almeno negli eventi più importanti, per evitare il problema del riflesso della luce, si potrebbero applicare 4 potenti sorgenti luminose dal lato Riprese Televisive (telecamere fisse), spegnendo le altre luci; il costo per l’applicazione delle sorgenti luminose potrebbe non essere eccessivo se in occasione dell’evento venissero noleggiate ed installate su strutture mobili. Ove non sia possibile applicare tali fonti di luce, si dovrebbe almeno ipotizzare l’uso di telecamere fisse o scorrevoli da posizionare ai lati del soffitto, giraffe e droni o strutture mobili sulle quali posizionare le telecamere per ridurre il raggio di riflessione delle luci sull’acqua.
 
Di fondamentale importanza è riuscire ad ottenere un BROADCASTING adeguato che preveda:
- regista con assistente, ai quali (se non conoscono il nostro sport) dovranno essere date informazioni adeguate - unitamente al telecronista ed al commentatore - per evitare immagini spesso inutili e gestire nel miglior modo il replay.
- telecamere retro porta.
- due cameramen lato tribuna principale (inquadrare solo spazi con pubblico evitando spazi vuoti).
- un cameraman lato opposto (inquadrare solo spazi con pubblico evitando spazi vuoti).
- telecamere ed attrezzature ALTA DEFINIZIONE.
- un cameraman mobile anche per riprese pelo d’acqua.
- una telecamera sub.
- un mixer video- audio.
- strutture adeguate per camere fisse.
- un capo tecnico.                                                       
 
La struttura del BROADCASTING dovrà ispezionare con largo anticipo il luogo dell’evento e rapportarsi con i servizi esistenti.
Il REGISTA, rapportandosi in anticipo con gli organizzatori dell’evento, dovrà conoscere la scaletta con tutte le fasi dell’incontro e dovrà rapportarsi con qualificati conoscitori della waterpolo per essere informato sulle regole di gioco. 
Sarà opportuno raccomandare ai cameramen ed al regista di riprendere nelle fasi di gioco la cartellonistica elettronica pubblicitaria che oggi spesso viene «tagliata» nelle inquadrature di gioco.
Per rendere la trasmissione più articolata e coinvolgente sarebbe utile fornire ai telecronisti ed ai commentatori ampie informazioni (storie dei club, storie delle nazionali, statistiche, storie dei giocatori, storie della waterpolo, info campioni, info sede evento, info personalità presenti): si offrirebbero, così, emozioni che vanno oltre le parole del commentatore, spesso costretto a duplicare il racconto del telecronista. Inoltre, si renderebbero le interviste di fine gara meno scontate.
Spesso il commentatore televisivo, accavallandosi al telecronista, ripete le stesse cose trasformandosi in un radiocronista. Il telespettatore ha già visto entrare la palla nel sette, è inutile dirlo più volte.
 
Come detto, un format della ripresa televisiva dovrebbe essere definito da una commissione istituita da Fina, Leghe continentali e Federazioni nazionali. La commissione dovrebbe  almeno dettare delle regole alle quali gli organizzatori dell'evento ripreso dalla televisione devono adeguarsi.
In caso di inosservanza di tali regole, le società organizzatrici di incontri di campionato dovrebbero essere sanzionate con punti di penalizzazione. Se tale inosservanza, invece, avviene nelle grandi manifestazioni internazionali, gli organizzatori dovrebbero essere passibili di sanzioni pecuniarie e disciplinari (ad esempio esclusione per un periodo determinato della sede dall'elenco dei possibili candidati all'organizzazione di eventi importanti).
Il compito di controllare il rispetto dei format dovrebbe essere affidato ai commissari di campo. Negli eventi più importanti dovrebbero rapportarsi in anticipo con gli organizzatori e collaborare per prevenire il mancato rispetto del format.
 
Non sarà facile sviluppare tutti i suggerimenti forniti in questo editoriale, ma se continuiamo a distruggere l'importante patrimonio costituito dal supporto televisivo di cui disponiamo, sarà inutile attivarsi con altri interventi.
Gabriele Pomilio