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Editoriale

Dibattito: 11 in formazione: parlano Di Gennaro e Bettini

  Pubblicato il 10 Ott 2015  07:25
C'è l'ipotesi che a partire dalla stagione 2016-2017 la Fina possa ridurre il numero dei giocatori a referto da 13 a 11. Abbiamo aperto un dibattito chiedendo il parere degli addetti ai lavori.

DARIO DI GENNARO (Rai): "Sposo in pieno l'intervento di Pino Porzio e Stefano Posterivo: se c'è una richiesta del Cio, si giochi con 11 giocatori a referto alle Olimpiadi, ma il resto dell'attività deve rimanere immutato. Ovvero: campo da 30 metri, 13 giocatori a referto, 7 contro 7 in acqua e pallone n. 5. Io non riesco proprio a capire perchè, a differenza di tutti gli altri sport di squadra che rimangono immutati nel tempo, la pallanuoto continua a proporre a getto continuo variazioni regolamentari che, secondo le intenzioni, hanno l'obbiettivo di ottenere l'evoluzione di questo sport, ma che in realtà si traducono in un'involuzione".
 
DANIELE BETTINI (allenatore del Bogliasco maschile): "Sono contrario nel modo più assoluto. La maggior parte delle società oggi punta sui giovani, e per farli crescere ha bisogno di fargli respirare l'aria della prima squadra. Già ora, con 13 posti a disposizione a referto, abbiamo difficoltà a trovare spazio per tutti, figuriamoci se ci tolgono due posti. In linea generale, poi, sarebbe un autentico suicidio perchè indurrebbe molti Under 20 ad abbandonare l'attività per l'impossibilità di trovare una squadra che li faccia giocare".

BRUNO CUFINO (team manager delle nazionali italiane giovanili): "Se il Cio impone la riduzione del numero dei pallanuotisti ai Giochi Olimpici per par condicio con le donne o per qualsivoglia altro motivo, va bene giocare in 11 esclusivamente in quella circostanza, mantenendo inalterate dimensioni del campo e numero di giocatori in acqua (7). Va da sè che andrebbero aumentati i tempi di intervallo e magari di durata dei time out, e portati a 4 i falli che sanciscono l'espulsione definitiva. Per chiarezza di pensiero aggiungo che a mio avviso la pallanuoto giovanile fino al limite dei 17 anni, per un aspetto puramente formativo avrebbe una grande valenza giocata in 6 vs 6 ( anche perchè non pregiudicherebbe il successivo adattamento al 7 contro 7, anzi... Ma il numero dei giocatori a referto dovrebbe restare 13 se non addirittura essere incrementato a 14, sia per permettere recuperi maggiori sia per non diminuire la platea dei praticanti".

FRANCO CARRELLA (La Gazzetta dello Sport): "Condivido il pensiero pressoché unanime di chi mi ha preceduto intervenendo in questo dibattito, affiancandomi in particolare a chi ritiene che - in caso di restrizioni Cio sul numero dei partecipanti - la riduzione del numero dei giocatori a referto possa essere decisa esclusivamente per le Olimpiadi. Aggiungo che le partite disputate su campo da 25 metri richiedono come è noto un dispendio energetico superiore. E a proposito di sforzo fisico, sarebbe auspicabile che eventuali riduzioni delle rose vadano di pari passo con norme adeguate: per esempio un intervallo di metà gara superiore".

STEFANO POSTERIVO (allenatore del Lantech Plebiscito): "Poichè la pallanuoto è uno sport che richiede un grande dispendio di energie, non è possibile giocarla con un organico limitato. Detto questo, bisognerebbe appurare perchè c'è questa ipotesi di ridurre i giocatori a referto da 13 a 11. Se, come sembra, ciò è dovuto a una precisa richiesta del Cio, allora si giochi con 11 giocatori alle Olimpiadi, ma solo alle Olimpiadi. Tutto il resto sia lasciato così com'è".

GIUSEPPE LA DELFA (direttore generale dell'Orizzonte): "La riduzione da 13 a 11 giocatori avrebbe soltanto conseguenze negative. Oggi la maggior parte delle società mette a disposizione dei giovani molti di quei 13 posti perchè sa che la sola presenza in prima squadra durante le partite rappresenta un momento di crescita importante. Poter disporre, quindi, di un roster di 13 unità è fondamentale per la valorizzazione dei prodotti del vivaio. Che sia, dunque, lasciata alle società la decisione di schierare il numero di giocatori che ritiene più opportuno. L'obbligo costituirebbe una limitazione".

PINO PORZIO (consulente generale della Carpisa Yamamay Acquachiara): "La questione può essere vista sotto due aspetti, quello della politica e quello della logica. Sotto l'aspetto politico la riduzione (ci sono precise richieste del Cio in termine di presenze numeriche ai Giochi) può essere considerata accettabile se consentirà alla pallanuoto di rimanere alle Olimpiadi sia con il torneo maschile sia con quello femminile. La logica, invece, dice ben altro: poichè il calendario degli impegni diventa sempre più massiccio e più stressante, sarebbe opportuno aumentare il numero dei giocatori in formazione (magari da 13 a 15) per salvaguardare l'integrità fisica degli atleti stessi. Altro che riduzione!".

MARCO FERRARO (presidente Roma Vis Nova): "Se il numero dei giocatori in acqua sarà ridotto a 6, è improponibile la riduzione dei giocatori a referto perchè il dispendio di energie sarà maggiore: 11 giocatori non bastano, anche se il campo sarà ridotto a 25 metri. Maggiore risparmio da parte delle società? E' un problema che non mi pongo nemmeno perchè, tra l'altro, i danni sarebbero superiori ai vantaggi. Con 11 giocatori a referto ci sarà meno possibilità di inserire in formazione i giovani, la cui presenza è importante per la loro crescita indipendentemente dal fatto che giocano oppure no. Ricordo quello che mi ha detto Nando Gandolfi in proposito: se sono diventato un campione olimpico devo dire grazie anche a tutti gli anni di gavetta che ho fatto".