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Editoriale

Che aspettiamo a dare visibilità ai nostri campioni?

  Pubblicato il 11 Mar 2015  11:22
Gli artefici dello sport "taroccato", quelli che il calcio hanno rovinato, invece di essere dietro le sbarre continuano a stare davanti ad una telecamera. Qualcuno opinionizza, paradossalmente si erge a moralista, qualcun altro ancora gioca, continua ad essere osannato dai propri tifosi. Come se nulla fosse accaduto.
Quando accendo la televisione per vedere una partita di calcio, la prima domanda che mi faccio è questa: sarà partita vera? Visto che i "taroccatori" finora indagati hanno avuto una punizione all'acqua di rose (oppure non l'hanno avuta affatto) a causa delle carenze di una giustizia sportiva e ordinaria che fa acqua da tutte le parti, è logico che i loro "successori" continueranno ad imperversare. Tanto, se verranno scoperti, male che vada si beccheranno soltanto qualche mese di inibizione dalla pratica sportiva, e in questi mesi potranno anche dare alle stampe le proprie "sofferenze", le ingiustizie patite, certi che un libro così interessante sicuramente andrà ruba.
Visibilità tanta, troppa per lo sport più taroccato che esista, visibilità poca, pochissima per gli sport veri, sani, puliti. Nella classifica della visibilità la pallanuoto è nelle posizioni di retroguardia. E lo sarebbe ancor di più se non ci fosse il massiccio supporto della Rai grazie ad una delle poche cose buone che la Federazione abbia fatto negli ultimi anni: ottenere tanto spazio dalla tv di stato nonostante le scarsissime presenze di pubblico in piscina.
Ma la pacchia, purtroppo, sta per finire. Dario Di Gennaro ha annunciato che a partire dalla prossima stagione, per problemi di costi, le telecronache Rai dedicate alla pallanuoto saranno ridotte. Non ci resta che piangere? No, non ci resta che rimboccarci le maniche.
Bisogna lavorare, e lavorare sodo, per sfruttare in modo adeguato (non lo abbiamo mai fatto) i campioni che possediamo. Campioni veri, sani e anche belli. Ragazzi e ragazze che con il loro fisico statuario (Perez docet) potrebbero comparire sui rotocalchi più venduti, potrebbero partecipare alle trasmissioni televisive più seguite. Oggi la gran parte di essi è pressoché sconosciuta e questa scarsa visibilità è una palla al piede per tutto il movimento della pallanuoto. Colpa nostra. Invece di pensare a cambiare continuamente le regole del nostro sport, cominciamo a valorizzare quello che abbiamo. Che non è poco.
Mario Corcione