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Editoriale

Cambiare per non morire, ma la Fin frena la svolta

  Pubblicato il 21 Lug 2015  09:35
Ecco uno stralcio dell'articolo Cambiare per non morire, ma la Fin frena la svolta di Claudio Mangini che ha concluso l'inchiesta realizzata dal Secolo XIX sulla crisi della pallanuoto (e sui suoi rimedi).
 
Abbiamo chiesto un'opinione sulle proposte principali a Paolo Barelli, che non è solo il presidente di lungo corso della Federnuoto ma anche della Len, ed è segretario Fina. Partendo ovviamente dall'idea del campionato in estate. Noi - dice Barelli - saremmo i primi ad essere d' accordo ma la Fin fa i suoi calendari con riferimento a quello stabilito dalla Fina, cioè dobbiamo relazionarci a un organismo che comprende 220 Paesi. E ci sono liturgie, abitudini e volontà di nazioni per esempio come Serbia, Croazia e Ungheria che non necessariamente coincidono con le nostre".
Sulla Lega? "Non ho e non ho mai avuto preclusioni - sottolinea Barelli - ma i ripetuti tentativi mi fanno pensare che akl momento questo tipo di associazione non rappresenti l volontà comune". E il riconoscimento delle associazioni di categoria, quella dei giocatori innanzitutto? "Ci sono regole generali. La rappresentanza degli atleti è garantita in consiglio federale".
Iniziative per i vivai? "Il Trofeo del Giocatore è il riconoscimento più prestigioso. Già oggi ci sono premi in denaro, in termini di contributi, a chi ottiene i migliori risultati nei campionati giovanili. Quanto allo spazio in formazione ai giovani dei vivai - conclude Barelli - sarei favorevole ma bisogna mettere d' accordo le società. L'esempio migliore, in questo senso, mi sembra il lavoro di Campagna".
La chiosa finale non può che essere filosofica e il filosofo delle piscine è Claudio Mistrangelo, dt del Savona: "Ormai sono 70 anni (esagera) che guardo pallanuoto, mi tocca la parte dello scettico. Abbiamo perso due battaglie: quella della pallanuoto nell'arco di tutto l'anno e quella della "televisività" di questo sport. Sulla Lega, Porzio sarebbe un'ottima scelta, possono essercene altre altrettanto valide o anche di più, ma non m'illudo: il movimento dov'è? Spero di essere smentito al 100% ma ormai non mi resta che sperare in un dispotismo illuminato...".
Infine, sul gioco: "La questione sostanziale, secondo gli organismi tecnici internazionali, è scegliere tra 7 contro 7 in vasca grande, 6 contro 6 o 7 contro 7 in vasca da 25. Io scelgo quest' ultima: credo che l' eccesso di gioco fisico dipenda più da come una partita è fischiata dagli arbitri che da come è interpretata dai giocatori".