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"Sport, ultima ruota del carro": l'amara analisi di Franco Porzio (l'opinione di Barelli)

  Pubblicato il 21 Ott 2120  23:59
Franco Porzio, manager sportivo, presidente dell'Acquachiara ed oro olimpico a Barcellona '92, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC nel corso della trasmissione Barba&Capelli, intervistato da Corrado Gabriele ed Antonio Menna all'indomani del nuovo dpcm emanato dal governo.
"Il mondo dello sport non da oggi, ma da un po' di tempo, è alla canna del gas - evidenzia l'ex mancino di Posillipo e Settebello -. Siamo l'ultima ruota del carro e ieri sera ne abbiamo avuto la conferma. Non condivido la scelta di mettere sullo stesso piano piscine/palestre e movida. Ad oggi gli impianti sportivi restano aperti ma tutti gli operatori del nostro settore hanno avuto la stessa sensazione: è come se fossero già chiusi. Le associazioni e le società sportive non possono fare nulla". 
Un problema generazionale, dunque; tantissimi giovani saranno costretti a lasciare lo sport per dedicarsi ad altri interessi. "E' un'emergenza sociale - prosegue Porzio -: già moltissimi ragazzi si sono abituati a stare a casa dopo l'ultimo lockdown passando il tempo libero tra videogames e smartphone e rinunciando alla pratica sportiva. Immaginiamo privarli della possibilità di competere disputando una partita, una gara o partecipando ad una manifestazione. Allenarsi senza l'obiettivo finale di competere per qualcosa priverebbe chiunque dello spirito di sacrificio e delle giuste motivazioni".
Quando si parla di sport si parla di salute e benessere, fisico e mentale. "Non è possibile tenere aperti bingo e sale scommesse e chiudere le strutture sportive - aggiunge Porzio -. Chi ci tutela? Vedo un certo distacco da parte del CONI che mi sembra quasi scomparso, le federazioni fanno quello che possono ma hanno le mani legate; siamo rimasti isolati e credo che alla fine, purtroppo, gli impianti sportivi dovranno chiudere".
Sette giorni per adeguarsi al nuovo protocollo. Questo l'ultimatum del premier Giuseppe Conte per evitare la chiusura di piscine e palestre la prossima settimana. "Il mondo dello sport si è già adeguato - prosegue il campione napoletano -. Gli sportivi per loro natura sono abituati a rispettare le regole e, vi assicuro, che tantissimi gestori si sono già adeguati da tempo con la massima rigidità nei confronti dei propri utenti, investendo economicamente per far si che il protocollo venisse rispettato".
Infine, una panoramica su quanto accade a Napoli, città il cui nome Porzio ha portato in cima al mondo con la conquista di titoli internazionali prestigiosi ed in cui da sempre opera: "Purtroppo nella nostra città manca una cabina di regia che possa mettere in rete quanto fatto per le Universiadi. I comitati regionali sportivi non hanno più lo stesso peso di una volta. Servono manager competenti e che abbiano una visione ben precisa. Dobbiamo assolutamente evitare che il lavoro fatto negli anni dai tecnici ed i grandi maestri dello sport possa essere disperso. Non dobbiamo abbatterci, siamo all'anno zero: guardiamoci in faccia e rimbocchiamoci le maniche se vogliamo dare un futuro alle nuove generazioni. Lo sport ha sempre potuto contare solo sulle proprie forze ed bbiamo avuto, per l'ennesima volta, la dimostrazione che questo settore non è stato mai aiutato da nessuno...".
 
 
L'OPINIONE DI PAOLO BARELLI
(comunicato Fin) - "Sono perplesso su come è stata posta ieri in conferenza stampa dal presidente del consiglio Giuseppe Conte la questione delle piscine e delle palestre, perché non vanno accomunate".
Non usa mezzi termini il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, sentito dall'Adnkronos in merito al nuovo Dpcm, in vigore dal 19 ottobre, sulla probabile chiusura di palestre e piscine se non vengono rispettati i protocolli.
"E' chiaro che si debba approfondire la questione, cercando di capire chi ha dato quelle determinate informazioni a chi di dovere". Il riferimento, ancora una volta, è alla frase che il premier ha pronunciato ieri e secondo cui ci sono degli impianti che ancora non sono a norma. "Tutti i gestori di piscine - continua il numero uno della Fin - hanno speso centinaia di migliaia di euro per mettersi al passo con le regole, tramite sanificazioni, prenotazioni, ingressi contingentati, dietro c'è un costo enorme. C'è sempre stato il rispetto delle norme da parte di tutti, non si capisce come mai si è andati a individuare proprio queste categorie".
Barelli precisa: "Siamo in attesa di capire, e abbiamo chiesto un nuovo incontro con il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport alla presenza anche del ministro della Sanità e dei membri del Cts. Questo perché chiariscano se siano validi i protocolli per la fruizione degli impianti natatori. Non bisogna essere generici e colpire solo coloro i quali non si possono difendere, non si deve mettere un'intera categoria sul banco degli imputati"
"C'è il dubbio, se non addirittura la certezza, che si dovesse chiudere qualcosa e si è deciso di farlo con chi ha meno potere", conclude il presidente della Federnuoto.

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