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Sfogo (anonimo) di un giocatore di pallanuoto

  Pubblicato il 16 Apr 2119  15:16
Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un giocatore che preferisce mantenere l'anonimato.
 
Mi trovo a dover scrivere in questa forma perché sulla mia pelle (peggio, sulla pelle dei miei figli) ho scoperto che chiedere spiegazioni plausibili e/o far presente comportamenti poco chiari, nella pallanuoto porta all’emarginazione e all’esclusione.
In questi ultimi anni mi sto accorgendo che la situazione peggiora di giorno in giorno e le persone che dovrebbero cercare di valorizzare questo sport sono le prime che lo affossano.
La cosa grave è che ritrovo le stesse problematiche sia in ambito maschile che femminile (segno che è un modo di comportarsi radicato e non dei casi isolati).
LA PALLANUOTO NON E’ UNO SPORT MERITOCRATICO.
Non c’è un cronometro che ti dice se sei bravo, devi sempre confrontarti con una persona che ti giudica senza parametri fissi e che li sposta a suo piacimento.
Riescono ad emergere il 30% degli atleti con doti.
Gli altri sono per lo più  amici di…, parenti di…, figli di…. che con allenamento costante ad alto livello raggiungono un buon livello, ma se al posto loro fossero andati quelli effettivamente più dotati?
Le nostre nazionali ne avrebbero giovato?
Non mi ricordi i successi delle nostre nazionali giovanili, li conosco bene.
Pensi però che molti di quegli atleti poi hanno lasciato per mancanza di stimoli.
In questi anni ho vissuto (non direttamente ) esclusioni perché “fisicamente più piccolo” e l’anno dopo (stessa società, stesso presidente, stesso allenatore) investimenti su un ragazzo molto più piccolo dell’escluso dell’anno prima.
Perché?
Se parliamo di ragazze questo problema si amplifica e chi decide è sempre più determinante per la scelta di chi deve fare un percorso top e chi invece deve smettere.
Il problema è che queste decisioni vengono prese in età in cui le atlete non hanno ancora sviluppato completamente.
Si preferisce  la simpatia alla dedizione, il falso sorriso alla determinazione, il suggerimento esterno alle doti.   
Non vado oltre.
Ho provato il più possibile a rimanere anonimo e non fare nomi, proprio perché non voglio evidenziare il singolo problema ma vorrei portare a galla un modo di fare poco “chiaro” che sta prendendo piede.
Come detto non voglio fare il mio nome per evitare ulteriori ripercussioni sui miei figli, quindi non farò neanche esempi espliciti di cose successe in mia presenza.
In questo momento mentre in giro si sente sempre più voglia di meritocrazia, la pallanuoto mi sembra ferma ai clan e alle sponsorizzazioni.
Forse battersi per cambiare questo farà fare un salto di qualità a questo sport e avvicinare molti atleti.
Sbaglio?
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Andrea mi dispiace contraddirti ma tu sai benissimo che nella tua società questo accade e non mi riferisco al tuo settore
Furio Ferri
 
Fatto realmente accaduto di cui sono stato testimone. Categoria under 10. "Papà Non capisco perché il mio compagno di squadra gioca sempre, eppure nuota male, tira male, ma è sempre in campo". Il papà tergiversa è risponde al figlio "Non ti preoccupare giocate tutti lo stesso tempo e l 'importante e' divertirsi" . Dopo qualche giorno il bimbo al papà "sai papà, ho capito perché il mio compagno gioca più di noi! Mi hanno detto che e' il figlio del vicepresidente!". Detto questo, i bimbi, gli adolescenti, i ragazzi non sono stupidi, loro sarebbero in grado - conoscendosi- a creare squadre equilibrate. Se è vero che gli allenatori non vogliono avere atleti scarsi perché devono vincere (almeno laddove non si debba accontentare tutte le squadre con convocazioni vedi Trofeo delle regioni o Nazionali, si perché tutte le societa vanno accontentate), e anche vero che le societa' identificano 1/2 fenomeni su cui si investe (allenamenti dedicati magari con i più grandi, giocano più tempo, palestra) e gli altri pagano la retta. Poi se annata e' fortunata si vince anche scudetto giovanile, ma questo interessa meno....molto di più avere quei due fenomeni (O per meriti obiettivi vedi fisico o bravura o per altri meriti meno obiettivi (sponsorizzazioni, aiuti nella società, o errori di valutazione perseveranti) che possano diventare in futuro colonne della prima squadra. Il consiglio che posso dare ai ragazzi e di non mollare, allenarsi sempre con passione e dimostrare che sono gli altri a sbagliare. Concordo con 13R....chi riceve una vita troppo facile magari gioca in A, ma spesso gioca nelle pozze.....chi è abituato a combattere sarà sicuramente un vincente nella vita sia in acqua sia fuori dall'acqua! Chi dice cambiare squadra...Si sarebbe bello peccato che con queste regole sui tesseramenti i ragazzi sono blindati e nessuno investe su giocatori in prestito. Incominciamo a togliere queste catene e sono certo che le societa si comporteranno in maniera obiettiva per non perdere tesserati.
Nick
 
Dinamiche di questo genere sono presenti anche in altri sport, senza fare l'elenco. Niente di nuovo. Quello che consiglio sempre ai ragazzi è di non mollare mai, di lottare sempre per quello in cui si crede e soprattutto di migliorarsi, in vasca come nella scuola e nella vita. Ogni giorno dico loro che non si deve guardare l'orto del vicino. I confronti con altri non servono a nulla. Il confronto migliore è con se stessi, le proprie insicurezze e i propri limiti. Che la pallanuoto e altri sport di fatica insegnano a superare. A volte bisogna essere realisti: i campioni (quelli veri) sono pochi. E prima o poi trovano il modo per farsi notare. Raccomandati o meno!
P62
 
Ogni volta si pensa che l’allenatore sia un autolesionista che metta in acqua giocatori/giocatrici per convenienza o simpatia. In realtà si cerca sempre di vincere pensando di usare le armi più affidabili. Non affronto un avversario munito di bazooka con un manganello perché me lo ha regalato il presidente o il mio dirigente. Non dico che sia questo il caso (del giocatore anonimo in questione), ma di solito chi mette sul piatto certe argomentazioni è colui (o i genitori) che per LIMITI PROPRI trova poco spazio per giocare e allora inizia a contare i secondi di gioco del compagno/compagna che SECONDO LUI/LEI non merita di giocare.
Andrea Sellaroli
 
X la mia esperienza ci sono società e società... Dipende da dirigenti e dalla politica che la società adotta.
Romina
 
Non sono d'accordo sull'anonimato. Il contenuto dello sfogo e molto attinente alla realtà. Gian78 hai usato anche tu un modo puerile e cieco per giustificare quello che sta succedendo in questo sport . Se vuoi continua a stare nel tuo mondo dove tutto e' perfetto. Mi sembra di aver capito che non e' una questione contro un allenatore o una squadra ma la definizione di uno sport che sta marcendo e porta ad avere oriundi in nazionale a discapito di giovani italiani. Se per te e' ok va bene. Ma evita di fare le solite accuse a chi dice cose diverse dalle tue. Sarai stato fortunato o magari sarai un allenatore ma rispetta chi vede in modo diverso dal tuo. Ribadisco avrei evitato l'anonimato.
Cassetti68
 
Purtroppo, vivendo da più di 10 anni l'ambiente della pallanuoto, ho notato alcune volte lo "scempio" delle scelte, ma si potrebbe dire che ciò appartiene allo sport agonistico in generale, ma quello che non riesco proprio a capire, è come si fa ad affidare tanti ragazzini a degli ex pallanuotista che sono stati insigniti di un ruolo, non perché abbiano fatto corsi per diventare allenatori, ma solo perché ex atleti della stessa società o società satelliti. Questo è il vero male della pallanuoto giovanile, una miriade di sfigati allenatori che hanno avuto un percorso da atleti appena dignitoso...
Piero Troiani
 
Una barca di caxxate non direi. Primo perché mi piacerebbe sapere quanti sarebbero in proporzione a quelli che stanno al bordo, questi allenatori di livello ai quali fa richiamo. Considerando che la quasi totalità esercita la "professione" come arrotondamento dello stipendio, o chi lo fa a tempo pieno, sta 12 ore al giorno al bordo con il cloro che oltre agli occhi, brucia i neuroni, e alla mercé di società dilettantistiche che sono fortemente soggette agli oboli dei padri e madri che oltre le rette allungano qualche cento euro per sostenere la causa, e i propri figli. Secondo, posso osservare che questa storia delle capacità di intravedere campioncini dotati è una emerita caxxata nella maggioranza dei casi, esempio ne è mio figlio che fino alla categoria under 20 ha giocato con decine di questi fenomeni incompiuti, ecco lui gioca in serie A tutti gli altri hanno smesso da tempo o giocano nei bassifondi delle pozze da bagno. Però lui era una pippa gli altri erano forti. Ah dimenticavo, con lui c'erano anche un altro paio altre pippe, anche loro giocano ancora e non stanno nelle pozze da bagno.
13R
 
Ho letto lo sfogo e ci ritrovo molto di quello che vedo. Non tutto condivisibile ma molto ,molto vicino alla realtà. Quello che non capisco e' il livore di gian78. Forse vive in un mondo diverso da quello reale, mi lascia perplesso che venga utilizzato il solito assunto che visto che non sei riuscito a esplodere te la prendi con il mondo. Anche perché, almeno io, non ho capito se l'anonimo e/o i suoi figli hanno continuato a giocare e a che livelli. Avrei evitato l'anonimato. Ma non ha detto niente di così lontano dalla realtà.
Cassetti68
 
Mai visto in cinquant'anni da giocatore da dirigente da responsabile uno che gioca perché raccomandato.
Angelo
 
È una barcata di cazzate. Nessun allenatore va per perdere, del falso sorriso non interessa a nessuno. Gli allenatori di livello portano la squadra con cui ritengono di vincere. Non sarà la stessa per tutti, ognuno preferirà qualità diverse e sceglierà atleti diversi, magari anche sbagliando a volte, ma questo è lo sfogo di chi non è riuscito e punta il dito contro chi ha fatto di piu. "Gli allenatori non capiscono niente perché non hanno capito e valorizzato me e i miei figli e quelli scelti sono tutti dei raccomandati" è un modo puerile ingenuo e controproducente di evidenziare i problemi del nostro sport
Gian78
 
In parte hai ragione cmq ti consiglio se i tuoi figli vogliono giocare ancora di cambiare squadra io per mio figlio lo fatto....esperienza fatta sulla mia pelle come ex atleta
Gianmarco
 
Come ti capisco...e purtroppo è proprio così.... I miei figli ne hanno subite di ogni....in blasonate società.... Purtroppo questo è l'andazzo..... ma poi non si ci può lamentare di Nazionali formate da giocatori Naturalizzati....perché chi merita veramente, ma non è appoggiato, finisce per abbandonare.....adulti, professionisti che si spacciano per Educatori, che in realtà lavorano per distruggere l'autostima di giovanissimi atleti... Amo da sempre questo sport ma odio con tutta me stessa chi lo sta distruggendo!
Simonetta
 
Tanti anni fa le ho vissute queste cose, sulla mia pelle, purtroppo hai ragione
Enrico
 
Purtroppo, hai perfettamente ragione su tutto.Spesso LA meritocrazia viene messa da parte sia per gli atleti MA anche per allenatori e dirigenti.Purtroppo quando crescerai vedrai tante ingiustizie non solo nello SPORT,MA anche nel mondo del lavoro.Purtroppo chi detiene il potere gia" ottenuto in modo non pulito,, figurati se interviene per applicare LA FAMOSA MERITOCRAZIA.E" una questione di educazione,cultura, rispetto che manca.IL pesce puzza sempre dalla testa.MA non demordere combatti sempre!! SEMPRE e comunque non mollare mai
Eraldo

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