Se Mario Sinatra fosse nella stanza dei bottoni...
Pubblicato il 03 Giu 2119 10:36
...cosa farebbe per il campionato di A1 femminile? Ecco le sue risposte alle domande che gli abbiamo proposto:
Non c'è nulla di più mortificante per un atleta di A1 che giocare davanti a spalti semivuoti, anche se in Italia ormai ci hanno fatto l'abitudine. La pallanuoto in generale, non solo quella femminile, continua a perdere progressivamente popolarità, spettatori, spazio sui media, interesse degli sponsor. La costituzione di una speciale commissione (formata da un rappresentante della Fin, da un allenatore e da un giocatore) che si occupasse di questi problemi potrebbe essere utile?
"Certo che sì. Potrebbe essere l'ideale anche per ripristinare quel dialogo tra le varie componenti il nostro sport che ormai non esiste più. Però, per risolvere i vari problemi, è indispensabile che della commissione faccia parte anche un esperto di marketing".
Campionato di A1 femminile a 10 squadre. E' il numero giusto?
"Dal punto di vista tecnico il numero ideale è 8, ma con sole otto squadre l'A1 assomiglierebbe più a un torneo che ad un campionato. Quindi meglio lasciare le cose come stanno".
Per la fase finale del campionato di A1 femminile 2019-20 si parla del ritorno ai playoff con una formula a 4 squadre che prevede semifinali e finali al meglio delle tre partite. E' la migliore formula possibile?
"Per l'anno olimpico si, anche se un'eventuale qualificazione del Setterosa grazie alla World League o ai Mondiali potrebbe farci acquistare ulteriori spazi da investire in un playoff più ampio. In linea generale la mia idea di playoff è la seguente: minimo sei squadre, quarti e semifinali al meglio delle tre partite, finale al meglio delle cinque gare".
Coppa Italia: utile, inutile, da migliorare?
"E' utile se organizzata bene, cioè con tempi di svolgimento adeguati. Se dobbiamo farla in fretta e furia, con tante partite una dietro l'altra, meglio abolirla. Fatta per bene, la Coppa Italia è una manifestazione utilissima, io l'allargherei anche alle squadre di A2: diventerebbe un ottimo veicolo promozionale e darebbe alle squadre di A2 che hanno ambizioni di salto di categoria a medio termine preziose indicazioni su come agire per evitare di fare un salto nel buio, visto che tra le due categorie c'è un abisso".
Due straniere per squadra. Giuste, poche, troppe?
"Giuste. Non tolgono troppo spazio alle atlete italiane e garantiscono un certo livello tecnico al campionato. Ovviamente nella prossima stagione, causa l'anno olimpico, questo livello scenderà perchè alcune nazioni bloccheranno le atlete d'interesse nazionale, ma è un problema passeggero".
Obbligo di schierare in formazione un certo numero di Under in A1 femminile. Soluzione da provare?
"Sono contrario ai vincoli, le società devono avere la facoltà di gestire liberamente il parco atlete a disposizione. In ogni caso, causa problemi di carattere economico, l'utilizzo di giovani giocatrici nel nostro campionato è già ampio".
Mario Corcione
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