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Marsili: "Vorrei essere una mosca per..."

  Pubblicato il 09 Feb 2118  09:21
Mino Marsili qualche giorno fa ha compiuto 72 anni, gran parte dei quali dedicati alla pallanuoto. Ed ha un primato: è uno dei pochissimi protagonisti del nostro sport ad aver avuto successo nelle categorie più rappresentative: giocatore, allenatore, dirigente. Non ha fatto l'arbitro, altrimenti chissà...
E' dunque Mino il più adatto ad aprire questa nostra nuova rubrica nella quale via via ascolteremo i personaggi più rappresentativi della pallanuoto chiedendo loro suggerimenti per guarire il nostro sport dalla profonda crisi in cui è precipitato.
 
Cominciamo dai giocatori. Quali consigli ti senti di dare?
"Innanzitutto il più importante: studiate per garantirvi un posto di lavoro, perchè - fatta eccezione per pochi fortunati - con la pallanuoto non si può mantenere una famiglia. E anche quei pochi fortunati sono a rischio: immaginate cosa succederebbe alla Pro Recco se improvvisamente Volpi si stancasse della pallanuoto".
 
E poi?
"E poi credo sia indispensabile che i giocatori trovino attraverso la loro associazione quell'unità d'intenti che non hanno. L'unione fa la forza non è un luogo comune, è una grande verità. Ci sono tante battaglie importanti da portare avanti, sia per la loro categoria sia per la pallanuoto in generale, ma non vedo la benchè minima iniziativa in tal senso. Quando giocavo io, eravamo sicuramente più attivi sotto questo aspetto".
 
Allenatori...
"Vale lo stesso discorso fatto per i giocatori. Anche i tecnici hanno problemi che si portano dietro da tempo, anche loro nulla fanno sul piano sindacale. La pallanuoto è davvero singolare in questo: la parola sciopero praticamente non esiste".
 
Passiamo ai dirigenti di società...
"Ai dirigenti bisognerebbe fare una statua per il solo fatto che continuano a investire tempo e denaro in uno sport che non garantisce ritorno, soprattutto in termini economici. Ma anche i dirigenti hanno responsabilità sull'attuale situazione della pallanuoto: dovrebbero tutelare maggiormente gli sponsor. Io dico questo: della cifra che ti mette a disposizione la sponsorizzazione bisogna utilizzare almeno il 20% per dare un ritorno allo sponsor attraverso tutte le iniziative possibili e immaginabili. Altrimenti a fine stagione lo sponsor sparisce".
 
Concludiamo con gli arbitri...
"Vorrei essere una mosca per poter entrare senza farmi vedere nelle riunioni in cui vengono date le direttive agli arbitri. Non si capisce perchè, invece di applicare il regolamento, ogni direttore di gara lo interpreta a modo suo. Detto ciò, dobbiamo essere comunque grati agli arbitri, e in particolare a quelli italiani che sono i migliori al mondo, per l'abnegazione con la quale continuano a svolgere il loro compito al servizio di uno sport che è il più difficile da arbitrare".
Mario Corcione
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Ogni giorno che passa, sempre più addetti ai lavori hanno il coraggio o la consapevolezza di affermare quella che è la realtà della pallanuoto e dello sport in generale. Purtroppo il sig. Marsili non aggiunge nulla per migliorare la situazione, ovvio non è un mago, ma analizzando il suo pensiero non trovo nulla o quasi di costruttivo: -giocatori: pensate a studiare (così in prima squadra e alla corte della Nazionale ci arrivate con un binocolo!) Andate a dirlo al vs. allenatore e a quelli delle varie nazionali e poi diteci cosa vi hanno risposto!! C'è troppa incongruenza in questa affermazione. -allenatori: sono in parte nella situazione dei giocatori(€€), ma per forma mentis alla fine devono portare dei risultati. Parla di sciopero, ma quale è il tornaconto? -arbitri, hanno delle direttive, ma poi fanno come meglio credono, quindi??
roby
RISPONDE MARIO CORCIONE: Quello che dice Marsili è molto sensato, invece: visto che nessuno ha il coraggio di usare le maniere forti (sciopero) per cambiare una situazione che peggiora di giorno in giorno e che ai giocatori garantisce sempre meno gratificazioni sotto tutti i punti di vista (principalmente da quello economico) è giusto che gli atleti pensino ad assicurarsi un futuro non trascurando lo studio. Non so se lei ha dei figli, ma se li ha non credo che abbia detto loro "non studiate, altrimenti non potete andare in nazionale". Quanto alla parola sciopero, non c'è bisogno di precisare una situazione più che ovvia: ai giocatori viene impedito di dare un contributo di idee che potrebbe essere utilissimo ai fini di rilanciare il nostro sport. Per far sì che ciò avvenga, bisognerebbe fermare i campionati. Lei, tra l'altro, dimentica che Marsili è un tesserato: i tesserati non possono dire certe cose, altrimenti vengono deferiti. E' già tanto che Marsili ci metta la faccia, con tanto di nome e cognome, per dare suggerimenti che - e in questo le do ragione - difficilmente verranno ascoltati.

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