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I tecnici dicono: arbitraggi poco omogenei. Hanno ragione?

  Pubblicato il 04 Mar 2015  22:20
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IL DIBATTITO
 
Ecco le domande che abbiamo sottoposto agli allenatori:

1. Avete notato quest'anno una maggiore omogeneità nelle direzioni arbitrali rispetto alle stagioni precedenti?
2. Esiste ancora, e in che misura, la tendenza degli arbitri di favorire inconsciamente le squadre che stanno perdendo con uno scarto rilevante?
3. Quali giovani arbitri vi hanno impressionato favorevolmente?
 
PIERLUIGI FORMICONI (allenatore della Lazio)
1. Prima di ogni partita, a seconda di chi ci arbitra, dico ai miei giocatori come devono comportarsi. E' una cosa gravissima, ma purtroppo  accade perchè gli arbitri invece di applicare il regolamento lo interpretano. Ognuno alla sua maniera.
2. Si, qualche volta succede, e anche questo è gravissimo. Se in una partita una squadra ha la possibilità di vincere 40 a 0 non vedo perchè le debba essere impedito.
3. Arnaldo Petronilli. E' l'unico degli arbitri romani che vedo agli allenamenti della mia squadra. Gli altri dove sono? Boh. Non so se Petronilli junior diventerà bravo, per il momento però posso dire ha l'umiltà necessaria per fare una buona carriera. Viene in piscina e si allena costantemente, a costo di prendersi dai giocatori qualche vaffa, che anche durante le partitelle non mancano mai. Gli arbitri in generale dovrebbero allenarsi di più: tocca a Petronilli senior, presidente del Gug, far si che avvenga.

PAOLO DE CRESCENZO (allenatore della Carpisa Yamamay Acquachiara)
1. E' cambiato poco o nulla. Spesso la stessa situazione di gioco viene sanzionata in maniera diversa dai vari arbitri italiani. Ma ci sono tuttora anche differenze nell'applicazione del regolamento tra il nostro campionato e le partite internazionali. Prendiamo il caso delle due braccia alzate contemporaneamente: mentre in campo internazionale c'è la tendenza generale a fischiare il fallo grave solo quando il difensore alza le braccia per opporsi al tiro, da noin c'è omogeneità: alcuni arbitri sono meno fiscali, altri assegnano il fallo grave anche quando l'opposizione avviene senza che l'attaccante avversario sia in fase di conclusione. La stessa cosa accade per l'espulsione senza palla al centro: in campo internazionale generalmente si dà alla squadra che è in difesa il tempo di piazzarsi, mentre nel campionato italiano qualche arbitro consente al centroboa di scambiare immediatamente il pallone con un compagno per poi battere a rete in perfetta solitudine. Ma c'è anche un altro aspetto che vorrei evidenziare, e che non riguarda l'applicazione del regolamento. Nel campionato italiano ho notato a volte atteggiamenti troppo severi nei confronti degli atleti: qualche arbitro, invece di pensare esclusivamente al gioco, sembra quasi "puntare" il giocatore nell'attesa che commetta un'infrazione. Atteggiamenti che in campo internazionale ho visto raramente.
2. Si, anche questa tendenza purtroppo esiste ancora ed è testimoniata dal diverso numero di espulsioni che vengono date alle due squadre quando c'è una certa differenza nel punteggio.
3. Senza fare nomi, ho visto giovani interessanti, in grado di fare una buona carriera. Ma è di fondamentale importanza per la loro crescita che essi dirigano spesso in coppia con arbitri esperti.

ALDO BAIO (allenatore della Canottieri 7 Scogli)
1. Purtroppo non ho notato miglioramenti, la disomogeneità continua. Soprattutto sul pressing. Ci sono, in particolare sui contatti all'esterno, arbitri particolarmente fiscali ed altri che dirigono in maniera completamente opposta.
2. Premetto che io guardo tantissime partite al video, anche di A1. Ebbene, purtroppo ho notato che questa legge non scritta viene ancora applicata. Ma il problema più importante da risolvere, a mio avviso, è un altro: l'allenamento degli arbitri, la loro preparazione. Io so per esperienza diretta che i direttori di gara siracusani si preparano bene perchè rispondono sempre alle nostre richieste di dirigere le partite di allenamento. Ma gli altri? C'è un controllo in tal senso da parte della Federazione?
3. C'è un gruppo di giovani interessanti, soprattutto in A1. In A2 spesso il designatore accoppia arbitri di grande esperienza a giovani alle prime armi, e fa bene. L'apporto dei direttori di gara più esperti è importantissimo dal punto di vista didattico. E' chiaro che in questi casi l'arbitro più anziano tende a dirigere quasi da solo, ma non è una cosa negativa, tutt'altro. Facendo così l'arbitro più giovane ha più possibilità di apprendere meglio. E fanno bene gli arbitri più esperti (mi è capitato con Lo Dico e Riccitelli) a correggere immediatamente i più giovani in caso di errore.

MARCO PAGANUZZI (allenatore del B&B Quinto).
1. In questa prima parte di campionato la qualità degli arbitraggi nel complesso è stata discreta. Ho visto direzioni di gara positive anche nelle gare che ho perso e in generale ho notato progressi anche sul piano dell'omogeneità.
2. Si, questa tendenza ancora c'è, ma non è generalizzata. Quando il divario nel risultato è ampio, qualche arbitro tende a far ricucire lo strappo con decisioni a favore della squadra che si trova sotto nel punteggio.
3. Barbera.
 
RICCARDO TEMPESTINI (allenatore della Ngm Firenze femminile)
Non do alcuna risposta. Fare dibattiti sugli arbitraggi non serve a nulla, le cose non cambieranno mai, i problemi non verranno mai risolti. L'anno scorso, alla vigilia della stagione, sembrava che dovesse esserci la rivoluzione in acqua con l'introduzione di nuove disposizioni agli arbitri destinate a velocizzare il gioco ed a impedire il gioco duro. Ebbene, queste disposizioni sono state applicate soltanto per un breve periodo, quest'anno è tornato tutto come prima. E come prima, esattamente come prima, è il rapporto tra arbitri ed allenatori: dialogo zero. Sotto questo aspetto il mondo arbitrale è rimasto assolutamente inavvicinabile per noi tecnici nonostante tutte le buone intenzioni sbandierate ai quattro venti. Parole tante, ma i fatti... Per cui, ripeto, ritengo assolutamente improduttovo che io partecipi con il mio contributo di idee a questo dibattito".

ALESSANDRO CAVALLINI (allenatore della R.N. Sori)
1. Purtroppo no. Tuttora vedi arbitri che fischiano poco in partite nelle quali si gioca particolarmente a pressing e direttori di gara che assegnano una valanga di espulsioni con le squadre in acqua che giocano quasi tutta la partita a zona o a zona M. Un altro problema da risolvere è la mancanza di dialogo: quando vai a chiedere spiegazioni gli arbitri hanno sempre una risposta pronta che stronca ogni possibilità di colloquiare.
2. Esiste, ma sicuramente in maniera meno accentuata rispetto al passato.
3. Direi Barbera, Castagnola, Guarracino e Magnesia, ma sicuramente ce ne sono altri che non ho visto. Oltre alla bravura, però, alcune partite di A2 richiedono anche una certa esperienza e invece noto una certa tendenza ad affidarle spesso a giovani arbitri che, per quanto bravi, non possono certo possederla.
 

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