Terzo appuntamento della nostra nuova rubrica. Dopo Mino Marsili e Claudio Mistrangelo, ecco i consigli di Stefano Posterivo alle quattro categorie più importanti della pallanuoto: giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri.
AI GIOCATORI
"La tutela degli impegni presi dalle società nei loro confronti è la cosa più importante da consigliare. La pallanuoto vive l'equivoco professionismo-dilettantismo, gli atleti lavorano molto di più rispetto ai colleghi di altri sport ed in cambio ricevono molto meno. E' un problema esteso e acuito a causa della crisi: i soldi che girano nella pallanuoto sono sempre più pochi, ma quei pochi i giocatori a volte non li ricevono nemmeno".
AGLI ALLENATORI
"Il problema che ho esposto per la categoria degli atleti vale anche per i tecnici. Ai quali consiglio, inoltre, di tenersi sempre al passo con i tempi. L'aggiornamento costante è 'conditio sine qua non' per una professione come quella dell'allenatore".
AI DIRIGENTI
"La pallanuoto dovrebbe fare una statua a coloro che, sacrificando il proprio tempo libero, svolgono il ruolo di dirigente senza percepire alcun compenso. Lo fanno per passione, o anche perchè in squadra c'è il figlio che gioca, ma comunque lo fanno con un impegno e una costanza ammirevoli. Spesso sono soli in società a svolgere questo ruolo, devono occuparsi praticamente di tutto. Non è un fatto positivo, il consiglio che mi sento di dare ai club è fare in modo che all'interno dell'organigramma dirigenziale ci siano più figure, ognuna delle quali deputata a svolgere un determinato compito. E' importante, inoltre, che questi dirigenti vengano retribuiti, ma capisco che purtroppo non sempre è possibile. Molti club non possono permetterselo".
AGLI ARBITRI
Il regolamento è uguale per tutti, ma durante le partite continuiamo a vedere gli arbitri che la pensano in una maniera e gli allenatori che la vedono in un'altra. Per risolvere questo conflitto di idee non c'è che una soluzione: arbitri e allenatori devono vedersi più spesso per discutere delle varie problematiche. L'incontro organizzato in occasione della Fin Cup è stato importante e produttivo, ma 'una tantum' non basta. Le occasioni non mancano per rinnovarlo più volte l'anno, e non mancano neppure gli strumenti tecnici grazie ai quali il Gug sta già svolgendo un ottimo lavoro che a mio avviso, ripeto, dovrebbe coinvolgere maggiomente noi allenatori".
Mario Corcione
I VOSTRI COMMENTI
Retribuire i dirigenti? Ma di cosa stiamo parlando? La maggior parte dei dirigenti è tale proprio perchè son loro a metterci il grano e continuano a mettercelo, in molti casi, finchè viene garantito un minutaggio ai propri figliuoli e, terminato ciò, spostano il figlio da un'altra parte, smenando il grano a qualche altra società. I dirigenti "per passione" son sempre meno anche perchè la passione, alla lunga, gliela fanno passare
Giorgio G
Concordo, mister non abbiamo lunga vita sportiva, gli impegni e i costi ormai sono diventati insostenibili, vediamo di inventarci qualcosa altrimenti
Giancarlo Manna
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