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Felugo: "Prendiamo esempio dagli arbitraggi di Champions" (è aperto il dibattito)

  Pubblicato il 09 Nov 2117  08:50
COMUNICATO STAMPA PRO RECCO
"Ad Eger ieri sera bbiamo assistito ad una partita di alto livello - afferma il presidente Maurizio Felugo -: si è vista un'altra pallanuoto rispetto al campionato italiano, merito soprattutto di un metro di arbitraggio completamente diverso: sono convinto sia necessaria uniformità di giudizio tra le direzioni arbitrali del nostro campionato e quelle europee. L'incontro in programma domenica e lunedì prossimo sarà la giusta occasione per confrontarsi. Nel big match di sabato contro la Sport Management sono stati fischiati ben 17 controfalli complessivi, questa sera uno solo. Penso si debbano prendere ad esempio gli arbitraggi della Finale di Supercoppa Len, dei mondiali di Budapest e di tutte le partite di questa Champions League. Sono fiducioso che il nuovo ruolo dei commissari tecnici Campagna e Conti nel giudicare gli arbitraggi del campionato possa portare a vedere sempre meno disomogenità nella direzione della gara".
 
NOTA DELLA REDAZIONE: Esempio dai Mondiali di Budapest? Misericordia, gli arbitraggi sono stati uno sfacelo, così come in tutte le più recenti manifestazioni internazionali per nazioni. E comunque la partita tra Eger e Pro Recco di ieri sera non può essere presa a pietra di paragone: gli arbitri hanno fischiato pochissimo anche perchè non c'era poi molto da fischiare, visto che tra l'altro la Pro Recco si è impegnata relativamente. Partita modestissima sul piano dello spettacolo, altro che di alto livello. I problemi principali da risolvere nella pallanuoto sono altri: se vogliamo che il nostro sport si affermi agli occhi dell'opinione pubblica, dobbiamo ridurre gli incontri nei quali si sa già in partenza il nome della squadra vincitrice. La scarsa presenza di pubblico ieri sera ad Eger ne è testimonianza: la gente non va in piscina quando sa che il risultato è scontato. Come fare per ridure il numero degli incontri dal risultato scontato? La prima cosa da fare è limitare il potere economico delle società come la Pro Recco riducendo sia in campo internazionale sia in campo nazionale il numero degli stranieri, vigilare sul fenomeno delle naturalizzazioni, non aumentare per interessi politici il numero delle squadre partecipanti a manifestazioni e campionati, abolire regole controproducenti come quella della qualificazione di diritto della squadra che organizza la Final Eight della Champions. Fatto ciò, possiamo poi anche discutere degli arbitraggi.
Mario Corcione
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Sugli arbitri si snoda il futuro della pallanuoto. Le partite troppo spesso sono un concerto di fischi e sirene che pare di stare alla Vucciria. La gente non capisce e si disaffeziona, il presidente del Recco lo ha capito perchè ha gareggiato ad alti livelli. Per piacere piantiamola di tirare fuori la scusa che lo Scudetto se lo contendono solo tre squadre e ciò fa perdere interesse al movimento: In tutti i campionati del mondo c'è chi gioca per vincere, chi per salvarsi e chi per andare in Europa. Semmai è anomalo e grave ci sia una squadra composta da soli under 20 che fa da vittima sacrificale in giro per l'Italia.
Giuseppe C
RISPONDE MARIO CORCIONE: Gli arbitraggi sono stati sempre così, ma un tempo le piscine erano piene. Non la penso come lei, ma la ringrazio per aver arricchito il dibattito con il suo intervento. Un intervento che avrebbe meritato una firma estesa come la mia, non crede? 
 
Felugo mai banale al contrari di molti suoi colleghi. La gente non va in piscina perché le società lavorano male. Se fosse un problema di risultato in bilico Canottieri vs Posillipo farebbe 1000 spettatori e Florentia - Bpm non certo gli 800 che abbiamo visto due settimane fa. Gli stranieri se sono forti aumentano la competitività del campionato. Lunga vita ai Filipovic, Janovic e Petkovic. Piuttosto ragioniamo sul valore che apportano gli Stellet e i Blanchard.
Marino
RISPONDE MARIO CORCIONE: Ci sono molte società, invece, che lavorano bene, come la mia. Gianluca Leo, il nostro responsabile marketing, ha ideato di tutto e di più per portare la gente in piscina e i risultati sono stati più che confortanti nei primi due anni di A1. Poi i tifosi dell'Acquachiara si sono stufati di vedere una squadra che più in là del quarto posto non poteva andare, a causa della superiorità schiacciante e irraggiungibile delle squadre che la precedevano, e hanno cominciato a disertare la Scandone. Stesso discorso per le altre due napoletane. Anche Busto, Trieste e Torino, primatiste di pubblico subito dopo la promozione nella massima serie, hanno subito un netto calo di spettatori e, inevitabilmente, purtroppo, alla lunga accadrà anche alle attuali neopromosse Catania e Firenze, che godono in termini di pubblico dell'entusiamo dovuto all'arrivo in A1.
 
.....e imporre (perché no) un numero minimo di atleti del PROPRIO vivaio all'interno dei 13....
Nicola
 
Grande risposta Mario. I like
Pippopippo
 
Mi sembra che tutte le criticità da risolvere nella pallanuoto, nel calcio esistano da decenni (risultati scontati, egemonia economico-politica...etc), in Italia come in altre nazioni. Che dire poi degli arbitraggi nel calcio...! Eppure il calcio non soffre problemi di popolarità. Forse anche li un calo di presenze negli stadi, ma dovuto alla proiezione negativa delle contingenze economiche. Non tutti gli sport piacciono allo stesso modo...cerchiamo di capirlo. Inoltre i campionati dovrebbero essere giocati in primavera-estate ed all' aperto...Il resto è aria.
Miracolo

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