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Ecco l'ultima puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 04 Ago 2117  19:39
"Non dirò nulla senza la presenza del mio avvocato".
"Non c'è bisogno di avvocati, signor Liotti. Lei non è nel registro degli indagati, lei è qui in commissariato soltanto per essere ascoltato come persona informata dei fatti".
"Sono stato io ad uccidere Angela".
 
Fu l'interrogatorio più breve nella carriera di Arcangelo Noce. 16 secondi. Confessando l'omicidio di Angela Salviati, Denis Liotti passò rapidamente dalla scrivania della iena a quella del procuratore Dario Torraca.
 
Interrogatorio di Denis Liotti alla presenza del suo avvocato Carlo Iodice e del commissario Noce.
 
Procuratore Torraca: "Come e quando ha conosciuto Angela Salviati?".
Liotti: "Il 28 gennaio scorso in un supermercato di Fuorigrotta".
Procuratore Torraca: "Come fa a ricordare la data?"
Liotti: "Due giorni dopo ho fatto 49 anni".
Procuratore Torraca: "Ci dica come è andata".
Liotti: "Mia moglie il sabato lavora, faccio sempre io la spesa. Non era la prima volta che vedevo Angela in quel supermercato, ma non c'eravamo mai parlati. Fu lei ad attaccare bottone: 'Se dà una bella festa, ci vengo volentieri anch'io'. Il mio carrello era colmo di Peroni Nastro Azzurro. Le risposi che non ci sarebbe stata nessuna festa e che stavo semplicemente facendo la scorta di birra. La rividi dieci minuti dopo al parcheggio del supermercato mentre stavo mettendo le buste della spesa nell'auto.  'Anche se non c'è nessuna festa, possiamo vederci lo stesso. Mi venga a prendere stasera a casa alle 21, io abito in via Epomeo 225. L'aspetterò fino alle 21.05, poi me ne andrò:  io amo la puntualità'. Rimasi di sasso senza dire una parola, non mi era mai capitato di essere abbordato da una ragazza, per giunta così bella. Alle 21 spaccate mi presentai sotto casa sua sperando che non fosse uno scherzo. Ma Angela c'era".
Procuratore Torraca: "Dal tabulato dei vostri cellulari non risulta alcuna telefonata. Come facevate a comunicare?
Liotti: "Non avevamo bisogno di telefonarci. Dopo quella sera ci siamo rivisti tutti i giorni a pranzo, sempre nei paraggi del Corso Umberto, dove lei lavorava. Il mio negozio di arredamento è a Fuorigrotta, per raggiungerla prendevo ogni giorno prima la linea 2 della Metropolitana, poi la linea 1. Ma ne valeva la pena, non sono mai stato così felice in vita mia".
Procuratore Torraca: "Però l'ha uccisa. Perchè?".
Liotti: "Perchè si vedeva con altri uomini. Lei è stata subito chiara con me: 'Guarda che non sei l'unico. Prendere o lasciare'. All'inizio mi stava bene, poi non ce l'ho fatta più, la gelosia mi stava distruggendo. Ho provato a convincerla a mollare gli altri, ma non c'è stato nulla da fare. E così l'ho uccisa: se non poteva essere tutta mia, non doveva essere di nessuno".
Procuratore Torraca: "Quando è maturata la decisione di ucciderla?"
Liotti: "Il giorno prima".
Procuratore Torraca: "Mi dica con esattezza come si sono svolti i fatti lunedì 20 febbraio, il giorno del delitto".
Liotti: "A pranzo non ci siamo visti, non me la sentivo. L'appuntamento per lunedì sera lo fissammo domenica pomeriggio in un ristorante di Monte di Procida. Lunedì sera ci vedemmo alle 21 al McDonald's di viale Augusto, poi andammo con la 500 di Angela a via Catone: ci andavamo spesso, si sta tranquilli".
Procuratore Torraca: "E la sua macchina?".
Liotti: "L'ho lasciata a viale Augusto".
Procuratore Torraca: "Come mai? Via Catone dista più di due chilometri. Dopo averla uccisa, lei è dovuto tornare a piedi: a quell'ora la metropolitana è chiusa e i pullman passano raramente".
Liotti: "Non volevo rischiare di essere fermato da un posto di blocco, può sempre capitare".
Procuratore Torraca: "Ci dica come l'ha uccisa".
Liotti: "Non appena Angela ha posteggiato, le ho afferrato il capo e l'ho sbattuto più volte sul finestrino per farle perdere i sensi. Poi le ho fatto ingoiare il cianuro e le ho sfregiato il viso con il vetriolo".
Procuratore Torraca: "Perchè ha deciso di sfigurarla?".
Liotti: "Per sviare le indagini. Soltanto chi odia fortemente una persona può sfregiarla. Io Angela l'amavo alla follia".
Procuratore Torraca: "Dove si è procurato il cianuro e il vetriolo?"
Liotti: "Non è difficile trovarli. Bastano un centinaio di euro e le conoscenze giuste".
Procuratore Torraca: "Quando lei ha ucciso Angela Salviati nella 500, il suo cellulare era da tutt'altra parte, e precisamente in viale Kennedy. Lo abbiamo appurato rivolgendoci al suo gestore telefonico. Come lo spiega?"
Liotti: "L'ho nascosto nello sciacquone del bagno di un bar di viale Kennedy proprio per crearmi un alibi. Dopo aver ucciso Angela, sono tornato a riprenderlo".
Procuratore Torraca: "L'omicidio è avvenuto tra le 22,30 e le 23. Come ha fatto a telefonare a sua moglie alle 22,55?". E mostrò a Liotti il tabulato delle telefonate.
Liotti: "Glie l'ho già detto, il cellulare sono tornato a riprenderlo".
Procuratore Torraca: "Lei è tornato a piedi, signor Liotti. Da via Catone a viale Kennedy è un bel tragitto, lo sa?  Per caso ha fatto parte della nazionale italiana di podismo?".
Liotti: "No, ma sono in ottima salute. Avevo paura che qualcuno potesse trovare il cellulare nel bagno del bar, sono tornato di corsa".
Procuratore Torraca: "Perchè ha telefonato a sua moglie?".
Liotti: "Volevo avere notizie dei nostri ragazzi, erano entrambi fuori Napoli. Ma ha risposto la segreteria telefonica".
Procuratore Torraca: "Le devo fare i complimenti. Oltre a una velocità di gambe prodigiosa, lei ha anche una gran bella memoria".
Liotti: "Troppo buono, signor procuratore".
Procuratore Torraca: "Pur non essendo indagato, lei ha confessato spontaneamente il delitto. Perchè?".
Liotti: "Non ne potevo più di tenermi tutto dentro. Più volte sono stato tentato di costituirmi, ma all'ultimo momento mi sono sempre tirato indietro".
Procuratore Torraca: "Lo sa che rischia l'ergastolo?".
Liotti: "Certo che lo so, ma sono pronto a pagare".
Procuratore Torraca: "Contento lei".
 
***
 
Interrogatorio di Bruna Appolito alla presenza del suo avvocato Carlo Iodice e del commissario Noce.
 
Procuratore Torraca
: "Suo marito, Denis Liotti, ha confessato l'omicidio di Angela Salviati. Lei cosa ne pensa?".
Avvocato Iodice: "La mia cliente non risponderà a questa domanda".
Procuratore Torraca: "Come sono i rapporti con suo marito?"
Appolito: "Da tre anni praticamente viviamo separati in casa".
Procuratore Torraca: "Come mai non avete divorziato?".
Appolito: "E perchè mai avremmo dovuto farlo? La nostra casa è grande, ci vivono anche i nostri figli. La scelta di rimanere sotto lo stesso tetto, del resto, si è rivelata indovinata. Mai andati così d'accordo come in questo momento".
Procuratore Torraca: "Lei ama suo marito?".
Appolito: "L'ho amato. Adesso la parola amore è completamente fuori luogo".
Procuratore Torraca: "Lei attualmente ha una relazione con qualcuno?".
Appolito: "Si".
Procuratore Torraca: "Come si chiama questa persona?".
Appolito: "Mi spiace, non ho intenzione di dirglielo. Al contrario di me, è un uomo felicemente sposato".
Procuratore Torraca: "E suo marito? Le risulta che negli ultimi tempi abbia avuto relazioni?".
Appolito: "Lo chieda a lui. Ormai sono argomenti che non mi riguardano nè m'interessano".
Procuratore Torraca: "Lei conosceva Angela Salviati?".
Appolito: "Mai vista in vita mia se non sui giornali quando è stata uccisa".
Procuratore Torraca: "Dov'era la sera del delitto?".
Appolito: "A casa mia. Stavo facendo l'amore con quell'uomo di cui le ho già parlato. I miei figli erano entrambi fuori città, mio marito mi aveva detto che sarebbe rincasato abbondantemente oltre la mezzanotte".
Procuratore Torraca: "Siete separati in casa, eppure suo marito la informa dei suoi movimenti...".
Appolito: "E' un fatto di cortesia, di vivere civile. Anch'io lo tengo al corrente dei miei spostamenti per evitare incontri imbarazzanti a casa nostra".
Procuratore Torraca: "Come mai ricorda perfettamente cosa ha fatto la sera del 20 febbraio?".
Appolito: "Il mio amante è molto bravo a letto. Qualunque donna al mio posto lo avrebbe ricordato facilmente".
Procuratore Torraca: "Alle 22,55 di quella sera suo marito le ha fatto una telefonata, ma il suo cellulare era spento…".
Appolito: "Glie l’ho già detto, stavo facendo l’amore".
Procuratore Torraca: "Ma esiste davvero questo amante, signora Appolito?".
Appolito: "E perchè mai avrei dovuto inventarlo?".
Procuratore Torraca: "Per crearsi un alibi. Le dico io come sono andate le cose, signora. Tuttora innamorata di suo marito, lei ha scoperto la sua relazione con Angela Salviati. Ha contattato la ragazza, le ha offerto 20mila euro per sparire dalla vita di suo marito, le ha dato appuntamento a via Catone, è salita sulla 500 della Salviati ma qualcosa deve essere andata storta e lei l'ha uccisa".
Avvocato Iodice: "Sono accuse pesanti, signor procuratore, e senza alcun tipo di fondamento".
Procuratore Torraca: "Signora Appolito, lei la mattina del 20 febbraio ha ritirato in banca 20mila euro. Per quale motivo?".
Appolito: "Il mio amante mi ha chiesto un prestito".
Procuratore Torraca: "Ci dica il suo nome allora...".
Appolito: "Non ho alcuna intenzione di rovinare il suo matrimonio chiamandolo in causa".
Il procuratore prese dall'incartamento una bustina di plastica e la mostrò alla donna.
Procuratore Torraca: "Questa fibra è stata trovata sul sedile anteriore destro della 500 di Angela Salviati. Appartiene a un maglione color ruggine con il collo ad anello, e precisamente al maglione di cachemire che abbiamo trovato nel suo armadio durante la perquisizione effettuata due giorni fa nella sua abitazione".
Avvocato Iodice: "Questa poi... Ma lo sa, signor procuratore, quanti maglioni di cachemire ci sono in giro?".
Procuratore Torraca: "Di questo tipo non molti, avvocato Iodice. E' un "Dolce & Gabbana", costa 1950 euro. Forse è per questo motivo che la signora Appolito non se n'è sbarazzata. Anzi, forse il motivo è un altro: é il regalo che suo marito le ha fatto poco più di un anno fa per il giorno del suo 44° compleanno. Un regalo poco consono alla situazione matrimoniale che lei ci ha descritto, signora".
Appolito: "Forse, ma sicuramente in linea con il carattere di mio marito, che è un uomo dagli slanci improvvisi di affetto. E poi io sono pur sempre la madre dei suoi figli".
Procuratore Torraca: "Già, è anche per questo motivo che suo marito si è accollato un delitto che non ha commesso".
 
Bruna Appolito, rinviata a giudizio per l'omicidio di Angela Salviati, fu condannata a 18 anni di reclusione. Non ha mai confessato.
Vittorio Mottola, rinviato a giudizio per l'omicidio colposo di Giuseppe Cuomo e per l'omicidio di Nicola Abruzzese, fu assolto per insufficienza di prove. La foto scattata da Angela Salviati alla Subaru di Mottola non è stata mai trovata.
 
***
 
Mercoledì 20 settembre 2017 - Ore 23
 
“Spaghetti con le cozze, polipetti alla luciana e lei non ha praticamente mangiato niente. E’ uno schiaffo innanzitutto alla mia cucina, e in secondo luogo alla mia amicizia. Stasera li ho messi nel menu appositamente per lei”.
“Mi spiace, Elio, non ho proprio appetito”. Iena oltremodo incazzata. “Se acchiappo quel cretino di giudice che ha messo in libertà Vittorio Mottola, me lo mangio vivo. Ma ci pensi, Elio, quel bastardo ha ammazzato due persone e circola tranquillamente per strada”.
“Ma si tratta solo del primo grado di giudizio, commissario. Può darsi che in appello le cose vadano diversamente”.
Iena anche abbacchiata. Succedeva sempre quando Arcangelo Noce risolveva un caso importante. Come dire: “E adesso cosa faccio?”.
Ma le vie del crimine sono infinite. Suonò il cellulare. “Chi cazzo è a quest’ora?”, imprecò Noce e rispose. Poi schizzò come un fulmine verso la porta d’ingresso della trattoria. “Hanno rapito un tizio, si ricomincia. Ci vediamo stasera, Elio”.
Mario Corcione
 
FINE

(la prima puntata del nuovo giallo sarà pubblicata martedì 8 agosto)
 
SI RINGRAZIANO PER LA CONSULENZA: Eduardo Bracco, Filippo Gomez.
 

LA TERZA PUNTATA
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LA QUARTA PUNTATA
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LA QUINTA PUNTATA
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LA SESTA PUNTATA
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LA SETTIMA PUNTATA
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L'OTTAVA PUNTATA

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LA NONA PUNTATA
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LA DECIMA PUNTATA

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