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Ecco la terza puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 22 Ago 2117  18:37
LA SECONDA PUNTATA
 
LA TERZA PUNTATA
 
Lunedì 25 settembre - Ore 12,30
 
“Io ti ho visto in faccia. Praticamente sono morto”.
“Stai tranquillo. Il mio uomo ed io siamo incensurati. Morirai soltanto se tuo padre non pagherà il riscatto”.
La bruna indossava un jeans e una maglietta bianca a girocollo e aveva avvolto i capelli ricci in uno chignon: faceva caldo nella piccola stanza che i rapitori avevano scelto per la prigionia di Marco Romano. Un letto a due piazze occupava la quasi totalità dell’ambiente. Di fronte un vecchio cassettone con un televisore, alla sinistra una piccola finestra separava il portiere della Waterpolo Napoli dall’esterno: chi era in piedi davanti alla finestra poteva vedere sfrecciare in lontananza, a non più di 200 metri, le macchine sull’autostrada Napoli-Roma. Marco no: la catena che lo legava alla spalliera di ottone gli consentiva  anche di scendere dal letto per fare i bisogni nei contenitori che i suoi carcerieri svuotavano di volta in volta, ma non gli permetteva di arrivare alla finestra. Dall’esterno nessun rumore: doppi vetri anti-acustici isolavano la piccola stanza dal resto del mondo.
La bruna prese il vassoio con il cibo che aveva poggiato sul cassettone, lo mise sul letto e uscì dalla stanza. La porta, alla destra del letto, dava su un piccolo corridoio al termine del quale Marco poteva intravedere la pesante porta d’ingresso del casolare di campagna dove era tenuto prigioniero. Il giovane pallanuotista, però, non immaginava minimamente dove egli potesse essere.
E nemmeno la Polizia. E tantomeno il questore. “Lei, Noce, che idea si è fatto?”. La domanda era sempre la stessa ogni qualvolta il commissario veniva convocato in Questura per fare il punto della situazione su un caso particolarmente delicato.
“Emerito imbecille che rubi lo stipendio da quando sei entrato in Polizia, forse vuoi conoscere le mie idee perché in vita tua non ne hai mai avuto una che possa essere definita tale?”.
Era questa la risposta che avrebbe dato molto volentieri la iena. Arcangelo Noce invece rispose così: “Signor questore, in questo momento l’unica cosa che possiamo fare è attendere il prossimo messaggio dei rapitori con la richiesta di riscatto”.
“Avete messo i telefoni sotto controllo?”.
“Certo, signor questore, ma non credo che i rapitori si faranno vivi per telefono: temono di poter essere individuati. Probabilmente anche il secondo messaggio arriverà per posta: le possibilità di risalire al mittente sono praticamente inesistenti”.
“E i giornalisti? Cosa dobbiamo fare? Secondo lei è il caso di indire una conferenza stampa?”.
“Assolutamente no”.
Fu la prima cosa che il Questore fece dopo che Noce lasciò il suo ufficio.
 
***
 
Martedì 26 settembre - Ore 9
 
“Ma si può essere più coglioni?”.
Il vice commissario Dell’Angelo, in piedi davanti alla scrivania di Arcangelo Noce con un fascicolo in mano, temeva che la iena ce l’avesse con lei. Invece il destinatario era il Questore.
“Quella specie di omuncolo ha indetto per oggi pomeriggio una conferenza stampa sul sequestro”. Dall’alto del suo metro e 70 Noce poteva permetterselo: il Questore era entrato in Polizia con il minimo richiesto per indossare l’uniforme: 165 centimetri.
“Posso esprimere il mio parere, commissario?”, chiese Donatella Dell’Angelo.
“Sul questore?”.
“No, sull’esame della busta gialla e del suo contenuto. La scientifica me lo ha consegnato cinque minuti fa”.
“Ti ascolto”.
“Ci troviamo di fronte a dei dilettanti”.
“Cosa te lo fa pensare?”.
“Legga qui”, e consegnò il fascicolo a Noce. “I rapitori hanno incollato la busta con la saliva”.
Ammettere che un suo subalterno, donna per giunta, aveva fatto un’osservazione intelligente non faceva parte del modus operandi della iena. Perciò Noce disse: “Non possiamo darlo per certo. Potrebbero aver incaricato qualcuno di farlo al posto loro”.
“Ovviamente - proseguì Donatella Dell’Angelo - la scientifica ha trovato sulla busta soltanto le impronte del postino. La lettera è stata spedita per posta semplice il 19 settembre, il giorno prima del rapimento. E’ stata imbucata all’esterno della posta centrale, in piazza Matteotti, al riparo da telecamere”.
 
***
 
Martedì 26 settembre - Ore 16
 
Noce fu tentato di darsi malato. Detestava le conferenze stampa e strappò un sorriso a Donatella Dell’Angelo quando le confessò: “Non so se mi dà più fastidio la presenza dei giornalisti o la faccia di culo che fa il questore quando risponde alle domande. E’ una bella gara”.
“Ci stiamo attivando con tutti i mezzi in nostro possesso per individuare al più presto i responsabili”, esordì il questore in conferenza stampa. Parole che Noce aveva sentito migliaia di volte: andavano bene per qualsiasi tipo di reato.
“Come mai i rapitori non hanno ancora inviato la richiesta di riscatto?”, domandò il giovane giornalista di una televisione privata. Se lo chiedeva anche Noce, erano trascorsi ormai sei giorni dal sequestro. Il commissario era fortemente preoccupato per la sorte del giovane portiere della Waterpolo Napoli.
 
SE VOLETE RIVEDERE VIVO MARCO, NON RIVOLGETEVI ALLA POLIZIA

 
L’avvertimento dei rapitori era rimasto inascoltato. Volevano il silenzio intorno alla vicenda e invece c’era stata addirittura una conferenza stampa.
Mario Corcione
 
FINE DELLA TERZA PUNTATA
(la quarta sarà pubblicata martedì 29 agosto)
 
 
 

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