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Ecco la nona puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 09 Ott 2119  21:49
Arcangelo Noce detestava le frasi fatte, ma fu costretto ad ammettere: "Siamo in un vicolo cielo".
Davanti a lui, sul muro di quel vicolo, la scritta a caratteli cubitali "L'omicidio di Li Rosi e la morte di D'Amico sono collegati?".
Anche a quell'interrogativo finora non era riuscito a dare una risposta.
Di due cose, però, era certo:
 
- D'Amico non si era suicidato.
- Non era stato lui ad ammazzare Li Rosi.
 
Convinzione che ribadì a Donatella Dell'Angelo, seduta di fronte a lui nel suo ufficio: "Non può essere stato D'Amico, è un'ipotesi che non sta in piedi: la relazione tra Li Rosi e Alessandra Barile - ammesso che si possa definire tale qualche scopata - era terminata da quasi un mese. Perchè D'Amico avrebbe dovuto aspettare tanto tempo per ucciderlo? E poi sui tabulati telefonici non abbiamo trovato tracce di telefonate tra Li Rosi e la Barile nelle ultime tre settimane".
"Potrebbero aver utilizzato una scheda sim anonima", argomentò il vice commissario, ma anche questa ipotesi non convinceva la iena: "Perchè mai avrebbero dovuto farlo? Per parlarsi hanno sempre utilizzato tranquillamente le schede telefoniche regolari. Piuttosto, mi hai fatto venire in mente un particolare che potrebbe essere importante: venerdì 4 ottobre, quando è venuta in commissariato, se non ricordo male Alessandra Barile ha escluso categoricamente che il marito potesse aver ucciso Li Rosi".
Senza aggiungere altro, la iena si alzò e raggiunse il classificatore delle pratiche.
"Perchè non fa come tutti i commissari di questo mondo che le tengono a portata di mano sulla scrivania?", si chiese Donatella. "Ci scommetto che adesso dice...".
"...dove cazzo è andato a finire il verbale?".
"E' nel cassetto più sotto", suggerì Donatella.
"E come mai è finito là?", sbottò la iena.
"Ce l'ha messo lei, commissario".
"Non dire cazzate... perchè mai avrei dovuto cambiargli posto?... Ah, eccolo qua".
Noce prese la cartellina e tornò a sedersi.
"Ecco, ricordavo bene. Ha detto "si tolga dalla testa, commissario, che possa essere stato lui ad uccidere Li Rosi: non si rischia il carcere a vita per difendere un oggetto. Per mio marito non sono nulla di più. Forse un tempo a modo suo mi ha amato, ma oggi di quel sentimento è rimasto ben poco”.
"Tu lo avresti detto, Donatella, se avessi avuto intenzione di uccidere tuo marito inscenando un suicidio?", chiese Noce al suo vice. Il pensiero di Donatella inevitabilmente andò a Walter, la persona che amava più di ogni altra al mondo ("Io non potrei mai fargli del male"). Poi rispose: "No, commissario, avrei fatto esattamente il contrario. Avrei detto di avere forti sospetti sulla colpevolezza di D'Amico in modo che la Polizia potesse poi credere maggiormente all'ipotesi del suicidio, avvenuta magari in seguito ad un forte pentimento".
"E quindi cosa ne deduci?".
Noce si divertiva a stuzzicare Donatella con esercizi di deduzione stimolandola ad arrivare con il ragionamento dove lui era già giunto da tempo. Lo scopo non era didattico, la iena si serviva di questi giochetti soltanto per ribadire la superiorità intellettiva di cui riteneva essere in possesso. Tuttavia, il più delle volte Donatella gli faceva saltare i piani risolvendo prontamente il rebus: "Ne deduco che Alessandra Barile ha preso la decisione di togliere di mezzo il marito subito dopo aver parlato con lei in commissariato, sempre ammesso che sia lei l'assassino o il mandante del delitto".
C'era anche questo dubbio nell'elenco degli interrogativi senza risposta. Ma, a differenza del caso Li Rosi, per il quale la iena non aveva la più pallida idea di chi potesse essere l'assassino, per la morte di D'Amico i sospetti sulla moglie erano sempre più forti. "Io me lo sento che è stata lei - disse quella sera ad Elio in trattoria -, ma non ho uno straccio di prova, nemmeno un indizio".
"E il fantomatico amante che potrebbe aver commesso il delitto per lei?", chiese Elio.
"Abbiamo setacciato l'abitazione di D'Amico, nessuna traccia! Abbiamo controllato ogni numero telefonico che compare sul tabulato telefonico di Alessandra Barile, tutta fatica sprecata".
"Avete provato a cercare in quel covo di vipere, commissario?".
"Se stai parlando del Circolo Poseidon, la risposta è sì. Donatella ha trascorso tutta la giornata di oggi a parlare con il presidente e con gli altri dirigenti, ma non ha raccolto nulla che possa esserci utile".
"E quel Rossi, il compagno di burraco di Li Rosi?".
"Certo che abbiamo parlato anche con lui! Ma vuoi forse insegnarmi il mio mestiere, Elio?".
Il ristoratore si alzò in silenzio e si allontanò dal tavolo della iena.
"Cosa c'è, ti sei offeso per caso?", chiese il commissario.
"No, sto andando a prendere la bottiglia di amaro. Aiuterà a schiarirci le idee".
"Allora versamene una razione doppia, Elio, perchè non le ho mai avute così annebbiate come in questo momento".
Mentre versava l'amaro, Elio riprese il discorso con cautela per evitare di fare incazzare la iena: "Posso esporle brevemente quello che mi è venuto in mente?".
"Cosa vuoi, un permesso scritto? Su, forza, ti ascolto".
"Secondo quello che lei mi ha raccontato finora, appare evidente che:
 
- D'Amico è stato ucciso.
- L'unica persona che potrebbe avere avuto un motivo valido per toglierlo di mezzo è la moglie.
- Questo motivo valido potrebbe essere un altro uomo, nei confronti del quale Alessandra Barile nutre un sentimento talmente forte da corriere il rischio di finire in galera.
- Quest'uomo potrebbe essere suo complice nel delitto. Giusto, finora?".
 
"Giusto", rispose Noce. "Vai avanti".
"Ma se davvero esiste quest'individuo, qual è il luogo più probabile dove Alessandra Barile può averlo incontrato?".
"Il Circolo Nautico Poseidon, mi pare chiaro. Ma, come ti ho già detto, nulla è emerso dai vari colloqui che Donatella ha avuto nella giornata di oggi con la dirigenza e con i soci. Quindi stai sprecando il tuo fiato, Elio".
"Se non vado errato, però, lei mi ha detto che - secondo quanto sostiene Rossi, il compagno di burraco di Li Rosi - ad Alessandra Barile sono sempre piaciuti molto i pallanuotisti e si è fatta più di un giocatore del Poseidon. Quindi è nella squadra, io credo, che bisogna cercare il complice della moglie di D'Amico, a meno che non abbia commesso il delitto da sola".
Erano passate abbondantemente le 23, ma Noce prese ugualmente il telefono e chiamò Donatella Dell'Angelo.
Il vice commissario, nonostante le raccomandazioni del marito, non aveva staccato il cellulare prima di andare a letto e la iena la beccò mentre era particolarmente impegnata sulle parti anatomiche inferiori di Walter.
"Stavate dormendo, per caso?".
"No, commissario. Siamo entrambi svegli, soprattutto lui".
"Lui chi?", chiese la iena.
"Lasci perdere, commissario. Cosa posso fare per lei a quest'ora?", e calcò volutamente sulla parola ora.
"Ho bisogno di sapere i nomi dei pallanuotisti del Poseidon che si si scono scopati Alessandra Barile. Parla con Rossi, lui sicuramente lo sa".
"Vuole che lo chiami adesso?".
"Certamente. Altrimenti perchè mai avrei dovuto disturbarti. Ma sei sicura che non stavate dormendo?".
"Sicurissima, commissario. Mai stata così sicura in vita mia".
 
***
 
Francesco Rossi fece tre nomi: Diego Soviero, Paolo Avvantaggiato e Michele Motta. "Ma quest'ultimo - precisò - sono ormai due anni che non gioca più con noi. E' di Roma ed è tornato a giocare nella capitale".
Soviero e Avvantaggiato furono convocati martedì 8 ottobre in commissariato ed ascoltati rispettivamente da Noce e Donatella Dell'Angelo.
 
Conosce Alessandra Barile?
Soviero: "Certo. E' la moglie del socio che si è suicidato".
Avvantaggiato: "E' su tutti i giornali, come vuole che non la conosca".
 
Ma lei la conosce personalmente?
Soviero: "Tempo fa siamo stati insieme un paio di volte a cena".
Avvantaggiato: "Frequenta spesso il Circolo, viene sempre alle nostre partite, più di una volta ci siamo intrattenuti a parlare".
 
Tutto qui?
Soviero: "Beh, una delle volte che siamo stati a cena poi è venuta a casa mia".
Avvantaggiato: "Se mi avete convocato qui, già lo sapete. Quindi è inutile perdere tempo: quattro mesi fa siamo andati a letto insieme".
 
Oltre a questo, che tipo di rapporto ha avuto con lei?
Soviero: "Nessuno. Una scopata e via, amici come prima".
Avvantaggiato: "Nessuno. Era sposata, frequenta il Circolo, di comune accordo ci siamo detti che era meglio non vedersi più".
 
Lei dove ha trascorso la mattina di sabato 5 ottobre?
Soviero: "Il giorno in cui è morto D'Amico? Ero a Firenze con la squadra"
Avvantaggiato: "Proprio quel giorno è cominciato il campionato".
 
Mario Corcione
FINE DELLA NONA PUNTATA
(la decima sarà pubblicata giovedì 10 ottobre)
 
LE PRIME QUATTRO PUNTATE
 
DALLA QUINTA ALL'OTTAVA PUNTATA
 

 

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