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Ecco la nona puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 19 Feb 2117  20:59
Quella notte Gori non riuscì a prendere sonno per l'eccitazione. Gli capitava sempre quando riusciva a risolvere un caso, anche se - a dire il vero - le indagini non erano affatto concluse. "So chi è stato, ma è solo un punto di partenza. Adesso ci vogliono le prove".
In momenti come questo, per aiutare il cervello ad ingranare, l'ideale è una bella sigaretta. Ma Gori non fumava. Decise, dunque, di farsi aiutare da un bicchiere di birra, anche se l'orario - si erano fatte le 2 di notte - non era proprio dei più indicati. Aprì il frigo e prese un'Heineken ghiacciata. "Alla faccia degli inglesi che non capiscono niente".
Gori apprezzava dei britannici tante cose, in primis come riuscivano ad amministrare la giustizia, ma non l'abitudine di bere la birra a temperatura ambiente. Un oltraggio alla bionda bevanda che cominciò a sorseggiare direttamente dalla bottiglia sull'unico divano del suo appartamento-ufficio. "Dunque, oltre al nome, sappiamo due-tre cose sull'assassino. E prese penna e block notes formato A4.
1. Come pensavo, voleva ammazzare soltanto uno dei quattro, e adesso sappiamo pure chi è. Non conosciamo il movente, ma è chiaro che si tratta di un delitto premeditato. Ci pensava da tempo, stava aspettando soltanto l'occasione giusta. Ed è arrivata: il viaggio in Calabria. Un'occasione perfetta: ha l'opportunità di colpire lontano da Pescara, in un luogo dove chi si occuperà delle indagini non è abituato a trattare con gli omicidi premeditati, ammesso e non concesso che prenda in esame l'ipotesi della volontarietà. Sono in quattro in macchina? Tanto meglio. Sarà più difficile risalire al vero obiettivo, e quindi all'autore dell'omicidio. Come si è procurato il camion? Sicuramente non lo ha noleggiato, non poteva certo riportarlo con le ammaccature procurate dal contatto con la Renault. Di certo non lo ha rubato, troppo rischioso. Probabilmente se l'è fatto prestare, e in questo caso si profila un'ipotesi molto interessante: l'assassino ha un complice fidato, qualcuno che lo ha aiutato a commettere il delitto, qualcuno che evidentemente condivide con l'assassino il movente. Già, il movente: deve essere stato bello forte per indurlo ad ammazzare quattro persone. Ma la cosa fondamentale, a questo punto, non è sapere il perchè. L'unica cosa che conta è procurarsi le prove.
2. L'assassino (o gli assassini, non è da escludere l'ipotesi che sul camion ci fosse più di una persona) sicuramente non ha utilizzato l'autostrada per arrivare in Calabria. Se è in gamba come credo, ha fatto tutto il viaggio sulle varie statali per evitare di lasciare tracce ai caselli autostradali.
3. Se ha ammazzato quattro persone  in un posto che presumibilmente non conosceva,  l'assassino sicuramente ha fatto un sopralluogo per assicurarsi che tutto sarebbe andato per il verso giusto. E poichè l'omicidio è avvenuto intorno alla mezzanotte, senza le luci del giorno, è molto probabile che l'assassino sia partito il giorno prima. Ha aspettato che si facesse buio, ha effettuato il sopralluogo e ha passato la notte in Calabria. E qui due sono le ipotesi:
a) ha trascorso la notte sul camion.
b) ha trascorso la notte in albergo.
Se ha scelto la prima soluzione, non ha nulla da temere. Ma se ha scelto la seconda, ritenendo assolutamente improbabile che qualcuno potesse effettuare indagini in tal senso, allora si è cacciato in un mare di guai. "Perchè, dovessi metterci anche sei mesi, io quell'albergo lo troverò", promise Gori a se stesso prima di tornare a dormire.
 
***

Gori tuttavia non si faceva molte illusioni. L'investigatore dava per scontato che l'assassino, per evitare di correre il minimo rischio, avesse trascorso la notte nel camion. Ma non si sa mai. Del resto, prima di leggerlo, era sicuro che anche dall'articolo sulla partita Rari Nantes Pescara-Invicta non avrebbe tirato fuori nulla di utile per le sue indagini. E invece, grazie a quelle poche righe, aveva scoperto il nome dell'assassino. Quindi decise ugualmente di prendere in considerazione l'ipotesi che l'uomo avesse trascorso la notte in albergo. Andò sulla Pagina Facebook dell'assassino, prese una sua foto e l'allegò assieme a nome e cognome al seguente messaggio che inviò a tutti gli alberghi e bed & breakfast da Salerno a Morano Calabro: "Vi chiediamo cortesemente di farci sapere se quest'uomo ha trascorso da voi la notte tra il 26 e il 27 marzo 2015. Sarete ricompensati, in caso affermativo, con una mancia di 500 euro".
Fu una faticaccia, richiese un'intera giornata di lavoro. Era certo che molti la mail non l'avrebbero neppure aperta e che qualcuno, attratto dal compenso, avrebbe risposto ugualmente anche se quell'uomo non lo aveva mai visto in vita sua. Ma voleva provarci ugualmente. non voleva lasciare nulla d'intentato.
Ma c'era un'altra cosa importante da fare: appurare se effettivamente l'assassino si era servito dell'aiuto di qualcuno. Se il complice esisteva, aveva corso un rischio enorme: doveva trattarsi per forza di una persona molto legata all'assassino. Probabilmente un consanguineo.
"Si, ha un fratello, si chiama Paride, non è sposato e abita a Pescara in via Neto 46".
Gori si era rivolto alla fonte che consultava ogni qualvolta cercava informazioni di quel tipo: Antonio Corallo, impiegato al municipio di Pescara.
"Lui invece è vedovo - proseguì Corallo -. Ma ha una figlia. Si chiama Alba, ha 22 anni e non è sposata perchè risulta ancora nel suo stato di famiglia. Se non serve altro, ti faccio presente che stavolta hai ottenuto da me un'informazione doppia, quindi la mia parcella sarà più salata. In altre parole, non te la caverai con una cena per due. Non sarò solo, ho conosciuto una polacca niente male. Ovviamente sei pregato di presentarti anche tu in dolce compagnia, la tua concorrenza non è gradita".
Non c'era alcun problema, la sua amica estetista Barbara sarebbe stata felicissima di accompagnarlo. Quanto al costo della cena, sarebbe stato aggiunto alla nota spese che avrebbe consegnato ai Salvini. Per il momento non aveva intenzione di informare i genitori di Jonathan sugli ultimi sviluppi delle indagini: prima voleva essere certo al 100% di essere sulla pista giusta, anche se ormai sull'identità dell'assassino ci avrebbe messo tranquillamente la mano sul fuoco.
Un decisivo passo avanti verso la certezza arrivò quando Gori andò a visitare la pagina Facebook del presunto complice. Paride, il fratello dell'assassino, era il titolare di una piccola rivendita di camion d'occasione. Mancava ancora il movente, mancavano soprattutto le prove, ma adesso Gori non aveva più alcun dubbio.
Telefonò a Barbara: "Martedì prossimo sei invitata a cena. Non ti dico di farti bella perchè più bella di come sei è impossibile".
"Tutta questa galanteria e questa euforia - rispose l'avvenente estetista - mi suggeriscono che c'è qualcosa d'importante da festeggiare. Non mi dire che hai scoperto il colpevole...".
"Quasi. Anzi, direi proprio di sì. Ma mi manca la cosa più importante, le prove. Ti saluto, devo andare a cercarle".
"Ehi, un momento, così non vale! - intervenne scherzosamente Barbara prima che Gori potesse interrompere la comunicazione -. Non è leale incuriosire una persona per poi lasciarla così, come una scema, senza aggiungere la minima spiegazione. Capisco che non ti piaccia parlare per telefono di queste cose, ma esigo di essere informata dei fatti".
A Gori per poco non venne un colpo. Aveva capito come incastrare l'assassino, come ottenere le prove: "Sei grande, Barbara! Martedì sera ci sarà anche lo champagne".
Mario Corcione
(fine della nona puntata)

LUNEDI' 27 FEBBRAIO LA DECIMA E ULTIMA PUNTATA
 
 
 
 
 

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