Al Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta dello Sport è stato celebrato anche il Settebello con un dibattito al quale hanno preso parte Eraldo Pizzo, Gianni De Magistris, Ratko Rudic, Sandro Campagna, Carlo Silipo, Stefano Tempesti, Marco Del Lungo e Pietro Figlioli.
Oggi su "La Gazzetta dello Sport" potrete leggere un ampio articolo di Franco Carrella con il resoconto sul dibattito. Ecco il testo:
Il caimano e il re dei bomber. L’allenatore più titolato e il suo discepolo. Il recordman di presenze e il capitano. Il portiere da cinque Olimpiadi e il portiere più bravo agli ultimi Mondiali. Gli uomini che sussurrano alla pallanuoto si sono ritrovati ieri a Trento, Facoltà di lettere, per uno dei grandi eventi di chiusura del Festival, per celebrare l’oro di Gwangju e ripercorrere la storia della Nazionale più vincente dello sport italiano. Eraldo Pizzo, Gianni De Magistris, Ratko Rudic, Sandro Campagna, Carlo Silipo, Pietro Figlioli, Stefano Tempesti, Marco Del Lungo: un magnifico Settebello+1, messo in campo dalla Gazzetta. «Respirare quest’aria di festa è stato come ricevere un’altra medaglia» sintetizza Campagna, travolto dall’affetto di un auditorium tutto gremito, sindaco Alessandro Andreatta in prima fila. Un’ora prima dell’inizio, già una lunga coda all’ingresso, anche a testimonianza del fermento che circonda la waterpolo qui. Il videoanalista del Settebello, Francesco Scannicchio, romano trapiantato a Trento, responsabile tecnico regionale, sta facendo uno straordinario lavoro con la Rari Nantes.
Amarcord. E così Pizzo e De Magistris, tra gli emozionanti filmati d’epoca, si ritrovano a raccontare mille aneddoti. «Durante i Giochi di Roma, al Villaggio olimpico, regalavamo cestini pieni di cibo ai guardiani: in questo modo ci consentivano di rientrare qualche ora dopo il consentito», ricorda Eraldo, inossidabile simbolo della Pro Recco. Mentre De Magistris, miglior marcatore del massimo campionato dal ’69 all’84, rivela quella volta in cui – qualche anno fa – a cena tra vecchie glorie si giocava a comporre il «sette» ideale della pallanuoto italiana. «Io volevo metterci anche Campagna, ma Pizzo si oppose...» scherza l’antico re dei cannonieri, strappando la risata. Con De Magistris, pure un approfondimento sulla pallanuoto femminile (alla guida della Fiorentina conquistò scudetto, Eurolega e Supercoppa) e la celebrazione del Setterosa, sulle immagini del trionfo olimpico 2004 targato Pierluigi Formiconi. «Mi sono ricreduto in fretta sulle donne. Mi hanno conquistato con il loro spirito di sacrificio e per il fatto che sanno offrire quelle prodezze che oggi non vediamo più in campo maschile, laddove mancano estro e fantasia e prevale la forza fisica».
Grande slam. Quindi l’era targata Rudic, col successo ai Giochi di Barcellona ’92, agli Europei di Sheffield ’93 e Vienna ’95, ai Mondiali di Roma ’94, ponendo fine al dominio slavo. Osserva Ratko: «Quando sono arrivato in Italia, ho pensato soprattutto a lavorare sulla testa dei giocatori. Ho detto che a fare la differenza non erano i chili in più o in meno, oppure l’altezza, ma le motivazioni. Ho introdotto la figura dello psicologo nello staff. Concordo con Phil Jackson quando dice: “Il carattere di un atleta è più importante del suo talento”». Silipo (482 volte azzurro) annuisce e ci fa ben sperare da tecnico delle nazionali giovanili: «Abbiamo una buona base da cui attingere, il Settebello ha un futuro».
Gli assi di oggi. Fino ai giorni nostri. A Tempesti che riparte da Siracusa per inseguire il sogno della sesta Olimpiade personale: «Farei volentieri questo sgarbo al mio nume tutelare De Magistris. Lui si è fermato a cinque». Agli iridati di Gwangju: «Campagna ci ha chiesto di limitarci nell’uso degli smartphone e ha dato indicazioni precise. Lo seguiamo in tutto e per tutto», dice Figlioli. «Tra le nuove regole, c’è la possibilità che il portiere vada all’attacco. In questi giorni mi sono cimentato nel collegiale di Verona ma non è andata benissimo: ho centrato in pieno alcuni compagni», fa sapere Del Lungo. Altre risate. E Campagna chiosa: «È stato un dibattito divertentissimo, tra i più belli di questo Festival. Siamo stati profondi, sinceri e mai banali».
Viva il Settebello d'oro.
Franco Carrella
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