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Dalle mani di Giuseppe La Delfa partono paccheri di bontà

  Pubblicato il 22 Mar 2120  09:10
C'è sempre un rovescio della medaglia: "L'emergenza coronavirus - dice Giuseppe La Delfa - ci ha fatto riscoprire cose importanti che prima tanti mettevano in secondo piano per il lavoro: passare più tempo assieme ai figli".
I figli di Giuseppe e di Cora Campbell, una delle giocatrici canadesi più forti di tutti i tempi (oggi assistant coach di David Paradelo nella nazionale femminile della foglia d'acero), si chiamano Tomas (anni 10) e Lucas (7). Subito un aneddoto: "Quando ho conosciuto van der Sloot e mi ha detto che il suo compagno era Thomas Lucas, anche lui nazionale olandese, mi sono detto: era destino che Sabrina diventasse una giocatrice dell'Orizzonte".
Giuseppe non è più il direttore sportivo del club etneo, ma il rapporto con le campionesse d'Italia non si è spezzato: "Diciamo che oggi sono il loro angelo custode, pronto a dare qualche consiglio in caso di necessità".
Oggi è necessario trovare il modo di passare il tempo. E' il comun denominatore degli italiani. La "clausura" dei La Delfa è a Milano, in una casa sul Naviglio, dove Giuseppe - oltre a fare il marito e il papà a tempo pieno (per forza di cose non può seguire da vicino gli interessi della sua azienda di abbigliamento) - ha rispolverato vecchie passioni come quelle per la cucina. E, in un momento in cui tanti meriterebbero sonori schiaffoni per quello che decidono e per come si comportano, dalle sue mani partono invece "paccheri pesto, mozzarella e provola. E' la mia specialità, i miei tre compagni di segregazione hanno gradito".
Pericolo d'ingrassare non c'è, "tutti e quattro ogni giorno svolgiamo insieme esercizi per mantenerci in forma". E, mentre tante altre famiglie si sparpagliano per casa davanti ai vari telelevisori affinchè ogni componente possa guardare ciò che più gli aggrada, "noi cerchiamo sempre di trovare un punto d'accordo, qualcosa che ci consenta di stare tutti insieme davanti alla tv, possibilmente di leggero da alternare ad un'informazione che leggera per forza di cose non può essere". E dal consulto, tanto per fare un esempio, venerdì sera è uscita L'ora legale di Ficarra e Picone.
L'ora di lettura di Giuseppe La Delfa, invece, al momento è dedicata ad uno sport che ha finalità completamente differenti dalla pallanuoto: la palla in rete non la devi buttare. Vale a dire l'autobiografia di John McEnroe, tennista meraviglioso da vedere tranne quando batteva: uno strazio, ci metteva una vita.
La vita, l'incolumità degli atleti e degli appassionati di sport è la priorità di Giuseppe La Delfa quando parla di Olimpiadi: "Si possono fare soltanto se si ha la certezza che non una sola vita umana possa essere messa in pericolo. E poichè questo è impossibile, tanto vale stabilire sin da adesso il rinvio, così gli atleti si mettono il cuore in pace e la smettono di allenarsi".
E i campionati di pallanuoto? "Non è la fine del mondo se per un anno non si assegna lo scudetto. Certo, dispiace per tutte le società che hanno investito tempo, denaro e fatica per raggiungere un obiettivo, comprese quelle che aspiravano ad una promozione nella categoria superiore. Io mi auguro che terminata l'emergenza si possa trovare un modo (magari playoff e playout velocissimi) per dare un premio a queste aspettattative. Ma la vedo dura, ci vorrebbero almeno venti giorni di allenamento per consentire alle squadre di presentarsi a questo rapidissimo epilogo di torneo con una preparazione decente".
Mario Corcione
 

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