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Aleksandra Cotti presenta il derby Rapallo-Bogliasco

  Pubblicato il 24 Mar 2017  19:25
COMUNICATO STAMPA
Vigilia della 14^ giornata del campionato di A1 femminile, meno 5 al termine della regular season e tutto ancora da decidere in chiave Final Six. O meglio, per quanto riguarda l'ultimo posto disponibile per l'accesso alle finali scudetto, che quest'anno verranno ospitate nella piscina comunale del Poggiolino di Rapallo.
Rapallo Pallanuoto, NC Milano, Cosenza Pallanuoto e RN Bologna: è sfida a quattro, per accodarsi al treno delle finaliste che già conta (salvo colpi di scena) Padova, Messina, Orizzonte, Bogliasco e Roma. Determinanti saranno gli scontri diretti, in particolare quello tra Milano e Rapallo in programma sabato 22 aprile. Ma ogni partita, da qui alla fine della regular season, diventa occasione importante per fare punti. A cominciare, per quanto riguarda la squadra gialloblu, dal match di domani pomeriggio al Poggiolino contro il Bogliasco Bene (inizio ore 15). È derby, ed è partita molto sentita che può sempre riservare sorprese. Il Rapallo si presenta all'appuntamento con lo spirito giusto. Parola di Aleksandra Cotti, colonna della squadra allenata da Luca Antonucci.
Sabato arriva il Bogliasco ed è una partita speciale: perché è un derby e perché il Rapallo è a un bivio. Da un lato si entra in Final Six, dall'altro ci si avvicina pericolosamente alla zona play out. Come vi state preparando e come vivi questa vigilia del match?
«E' una partita sicuramente molto importante, come lo sono e lo sono stati tutti i match che, a partire da quello di sabato scorso, si susseguiranno fino al termine della regular season. È un derby, ma sinceramente non ho mai sentito questo tipo di rivalità: preferisco considerarla una partita come le altre, da giocare al massimo. Ci servono assolutamente punti per uscire prima possibile da questa ipotetica zona play out, da domani in poi saranno tutti match importantissimi per fare punti».
Bogliasco già qualificato alla Final Six, Rapallo che, appunto, è ancora in lotta per un sesto posto che vuol dire poter giocare le finali scudetto proprio nella piscina comunale del Poggiolino: pensi che questi fattori giochino a vostro favore o il Bogliasco venderà comunque cara la pelle?
«Non cambia assolutamente nulla: loro sono già qualificate per la Final Six, noi siamo ancora in corsa ma credo, come d'altronde è normale e giusto che sia, che il Bogliasco venderà comunque cara la pelle: ogni partita è a sé e va giocata per vincere. Ovviamente per noi i tre punti sono più fondamentali che per loro».
Rapallo-Bogliasco non è solo un derby, ma anche la sfida tra due squadre che si conoscono praticamente a memoria. Quali sono i pro e i contro di questa situazione?
«Ci alleniamo assieme quasi tutte le settimane, quindi sì: ci conosciamo praticamente a memoria. I pro e i contro sono gli stessi per entrambe, a maggior ragione è una partita che va giocata con grinta e determinazione, al di là dello schema e della tattica che sono ormai abbastanza conosciuti reciprocamente dalle squadre».
Stagione gialloblu fino ad oggi caratterizzata da alti e bassi: cosa è mancato fino ad ora secondo te alla squadra e quali sono gli aspetti su cui lavorare maggiormente per far emergere le reali potenzialità del Rapallo?
«Credo che, principalmente, sia mancata la continuità in attacco. Siamo riuscite a mettere a punto una difesa solida e quadrata e ad incassare il minor numero possibile di gol. Facciamo invece molta fatica a segnare. Ben inteso: non è che non creiamo gioco, al contrario. Solo che non riusciamo a concretizzare le azioni offensive. Speriamo che, da qui alla fine del campionato, al buon gioco seguano anche i gol».
Estate 2016, rientri da Rio con l'argento olimpico al collo: praticamente il vertice della carriera di qualsiasi sportivo. E' stato difficile ritrovare motivazioni e anche condizione fisica e mentale dopo aver realizzato un sogno? E quali sono i tuoi obiettivi per il futuro dopo aver coronato il tuo percorso pallanuotistico con un podio alle Olimpiadi?
«E' stato difficile ritrovare entrambe: probabilmente più la condizione mentale, che poi finisce per influenzare quella fisica. Dopo aver raggiunto un obiettivo così importante, credo sia normale avere un momento che chiamerei “appagamento” ma inteso più come stanchezza generale. Dopo otto anni in cui si lavora e si pensa ad un unico obiettivo, una volta che questo viene raggiunto c'è un po' di rilassamento fisico e psicologico. Chiaramente questa fase non può durare per sempre: ora penso di aver raggiunto un equilibrio. Adesso l'obiettivo è organizzare quello che sarà il mio futuro al di là della pallanuoto: sport che, come sappiamo, purtroppo difficilmente porta a sbocchi una volta smessa la calottina. Quello che sto facendo quest'anno è crearmi le basi per quello che sarà il domani al di fuori della mia carriera pallanuotistica che, data l'età, non può essere ancora molto longeva. In accordo con il ct Fabio Conti non ho quindi svolto il cammino con la Nazionale in autunno e inverno; a maggio dovrei rientrare nel collegiale lungo, anche se chiaramente sono in selezione come tutte le altre ragazze. Spero e punto però a partecipare al Mondiale e riprendermi una medaglia che mi sono persa due anni fa (Aleksandra non aveva fatto parte della spedizione di Kazan causa infortunio al ginocchio). Insomma, il futuro è ancora tutto da costruire!» 
Silvia Franchi

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