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A1 maschile sempre più brutta: ecco tutti gli interventi

  Pubblicato il 21 Feb 2016  19:33
Il nostro parere è che la pallanuoto italiana di A1 maschile oggi è nettamente peggiorata, sul piano tecnico, rispetto a quella che si giocava venti anni fa. In tanti altri sport, invece, è accaduto esattamente il contrario: lo spettacolo è diventato molto più gradevole.
Sull'argomento abbiamo deciso di aprire un dibattito coinvolgendo gli addetti ai lavori della pallanuoto. Ma, come sempre, potete intervenire anche voi lettori inserendo la vostra opinione nell'apposito spazio commenti.
 
DIBATTITO
 
Le nostre domande
 
1. Siete d'accordo sul fatto che il livello tecnico delle partite di A1 maschile è notevolmente scaduto?
2. Se siete d'accordo, quali sono le cause?
 
PINO PORZIO

1. Le piscine semivuote: è questo il sintomo più evidente dello scarso gradimento del pubblico nei confronti del gioco che si pratica oggi in A1 maschile. Non vanno più in piscina soprattutto gli addetti ai lavori, quelli che avvertono maggiormente la differenza della qualità dello spettacolo rispetto al passato. Non ci vanno perchè si annoiano.
 
2. Tra la pallanuoto di ieri e quella di oggi c'è una differenza sostanziale: fino a dieci anni fa la marcatura dell'avversario si limitava al controllo, era finalizzata al superamento tecnico dell'avversario, oggi è finalizzata a bloccarlo, ad un vero e proprio placcaggio, insomma alla distruzione del gioco. Con le buone ma soprattutto con le cattive, che non non vengono punite dagli arbitri. Ciò ha portato all'impossibilità di fare gioco, soprattutto un gioco di qualità, e lo spettacolo ne ha subito le conseguenze. Ha contribuito negativamente anche l'introduzione del tiro diretto da cinque metri, una soluzione che piace alle squadre, perchè permette loro di arrivare più facilmente a battere il portiere avversario, ma non al pubblico: la distanza relativa consente a tutti di riuscirci e quando le cose sono troppo facili e frequenti gli spettatori non gradiscono. La perdita progressiva di spettatori logicamente, oltre che sull'interesse dei media, ha influito negativamente sulla situazione economica dei club: è diventato molto più difficile ottenere il sostegno economico degli sponsor. Tutto ciò, aggiunto alla crisi economica generale, ha causato un impoverimento della base agonistica: i giovani non si avvicinano più come un tempo ad uno sport che ti offre sempre meno sia sul piano della notorietà sia dal punto di vista economico: i cosiddetti rimborsi spese, ammesso e non concesso che i giocatori riescano ad ottenerli, sono sempre più esigui. La pallanuoto italiana, quindi, si sta avviando inesorabilmente verso un sempre più marcato semi-dilettantismo, con allenamento unico giornaliero e atleti sempre più impegnati a cercare soluzioni alternative più vantaggiose, quali lo studio e il lavoro. Esattamente come avviene in altri Paesi come Francia, Germania, Olanda che non fanno parte dell'elite pallanuotistica. Rimedi? L'unica soluzione è che si prenda finalmente atto che tali problematiche esistano: da sole certo non potranno mai risolversi.
 
 
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CRISTIANO CIOCCHETTI
 
1. Certamente il calo dal punto di vista tecnico e spettacolare è stato notevole. La pallanuoto, a differenza di altri sport di squadra come il calcio, non ha tratto giovamento dal fatto che il gioco è diventato più veloce.

2. Non ne ha tratto giovamento anche per un motivo molto semplice: in acqua è molto più difficile, rispetto alla terra ferma, fare gli stessi gesti tecnici di una volta in un gioco che è diventato non solo molto più veloce ma anche molto più fisico. All'impoverimento dello spettacolo, inoltre, hanno contribuito anche alcune regole che andrebbero tolte, come il tiro diretto da 5 metri, che induce le squadre a cercare questa soluzione invece di produrre gioco (meglio, decisamente meglio il tiro diretto da 7 metri). Determinante, in senso negativo, è anche il fatto che il campionato presenta molti incontri in cui c'è una certa differenza di valori tra le due contendenti.
 
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MARCO BALDINETI
 
1. Tutti gli sport, nel tempo, progressivamente hanno acquisito maggiore fisicità, maggiore velocità. La pallanuoto ha pagato questo cambiamento perchè alcuni gesti tecnici che si vedevano una volta in acqua - ad esempio il colonnello, il tiro al volo - adesso sono diventati sempre più rari. Lo spettacolo, quindi, tecnicamente si è impoverito.
 
2. Lo scadimento del gioco, a mio avviso, non è dovuto anche alla qualità dei giocatori. I veri responsabili siamo noi tecnici, che - a differenza di quanto accadeva anni fa - non prepariamo gli atleti a 360°. Un tempo si pretendeva dai giocatori di saper fare tutto, di sapersi adattare a qualsiasi ruolo. Oggi, invece, ci basta che sappiano fare poco, poco ma fatto bene. Se vogliamo che la pallanuoto torni ai livelli di una volta, dobbiamo cambiare registro e preparare i giocatori in maniera ottimale non solo sotto l'aspetto fisico, che ovviamente ha anche la sua importanza.
 
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FRANCO CARRELLA
 
1. Francamente, trovo che sia un dibattito interpretato male perché non capisco se parliamo di serie A1, di pallanuoto italiana in generale o di pallanuoto in senso assoluto. Se il nostro campionato rappresenta inevitabilmente lo specchio di ciò che vediamo altrove, allora posso essere d’accordo, nel senso che alcuni colpi spettacolari sono diventati ormai rarissimi, e uno sport in cui si esalta la fisicità perde inevitabilmente fascino. Io credo che anche in alcune discipline non di contatto si sia smarrito un po’ di romanticismo, per esempio il tennis. Detto questo, se penso che c’è chi vuole introdurre regole bizzarre che peggiorerebbero la situazione, mi vengono i brividi... Comunque prendo in prestito la vostra domanda e vi chiedo: vi divertite di più guardando un match del campionato serbo, croato, spagnolo o ungherese? Io no.
 
2. Credo che si giochi troppo, e questo incide per forza sulla qualità di molti incontri: quanti giocatori riescono a reggere certi ritmi, tra campionato e coppe? Per restare nell’ambito dell’A1, l’allargamento a 14 squadre ha comportato un maggior numero di gare dall’esito scontato, come paventai sin dall’estate: la matematica non è un’opinione. Se a te chiedono di scrivere cinque articoli al giorno anziché uno, forse un po’ di brillantezza la perdi.
 
STEFANO PICCARDO

1. Negli ultimi dieci anni, sul piano tecnico, la pallanuoto italiana ha fatto registrare un calo di qualità notevole. Basta guardare i roster delle prime sei-sette squadre del 2005, quando vinse lo scudetto il Savona, e quelli attuali. Ma non è un problema soltanto italiano, la stessa cosa è avvenuta anche in altre nazioni di grande tradizione, come la Croazia e l'Ungheria. Di campioni, di giocatori di talento se ne producono sempre meno.
2. Lo scadimento del gioco, dunque, è dovuto anche alla qualità dei suoi interpreti, stranieri compresi. Quando io ho esordito in serie A, ad esempio, nell'Arenzano giocava un certo Budavari, e a Napoli nel Posillipo c'era Attila Sudar, tanto per fare qualche nome. Oggi, invece, arrivano in Italia soltanto stranieri di seconda e terza fascia. Per quanto riguarda gli atleti italiani, poi, vorrei soffermarmi su un problema che riguarda i giovani: oggi, a causa della crisi economica, esordiscono in A1 troppo presto perchè le società, alle prese con problemi di budget, non possono permettersi più giocatori di una certa età: costano troppo. E così accade che alcuni giovani, anche di valore,  vengono mandati allo sbaraglio nella massima serie senza aver fatto il percorso necessario: non solo tecnico, ma anche e soprattutto fisico.
Allo scadimento del gioco e dello spettacolo, comunque, ha contribuito anche l'introduzione di regole che favoriscono il gioco fisico a scapito della tecnica.
 
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GIANMARCO GUIDALDI
 
1. Purtroppo è vero. Basta guardare una partita di vent'anni fa per rendersene conto.
2.. La causa principale, così come hanno sottolineato coloro che mi hanno preceduto in questo dibattito, è la maggiore fisicità del gioco. Coloro che sono in possesso di maggiori risorse tecniche non possono e NON VOGLIONO più esternare queste doti. Dico non vogliono perchè chi glie lo fa fare di cercare giocate di qualità se vengono massacrati di botte e spesso non sono neppure tutelati dagli arbitri? Tanto vale che la squadra si affidi ad altro tipo di soluzioni meno faticose e più redditizie. Ad esempio la botta da oltre cinque metri.
Ecco, un'altra causa dello scadimento tecnico, e quindi spettacolare del gioco, sono regole controproducenti che sono state introdotte. Anche la riduzione del tempo di possesso da 35" a 30" lo è: hai cinque secondi in meno per pensare, per costruire gioco.
Il calcio è diventato più fisico ma è diventato ancora più spettacolare? Perchè, a differenza della pallanuoto, le regole sono sempre le stesse.
 
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STEFANO CARBONE
 
Resta difficile aggiungere qualcosa all'analisi perfetta di Gianni De Magistris, ma ci provo.
 
1. Il livello tecnico è relativamente scaduto, io non penso che i giocatori non sappiano eseguire i magici gesti che da bambino mi hanno fatto innamorare di questo sport, con qualche rara eccezione come il tiro a schizzo che ormai solo qualche romanticone "perde tempo" ad insegnare. Penso però che tali gesti non si vedano più perchè ai difensori è consentito bloccare le iniziative di chi attacca in modi che il regolamento peraltro non consentirebbe neppure oggi. Questo grande premio alla fisicità è la morte dello spettacolo e, qui dissento con Gianni, la salvezza della classe arbitrale, che fra tolleranza e discrezionalità si è creata una enorme "terra di nessuno" del giudizio per cui fanno esattamente quello che pare loro senza quasi poter sbagliare mai. A questo danno aggiungo quello del tiro da 5 metri che da un lato ha regalato maggiore equilibrio (una opportunità di tiro a fine azione l'hanno anche squadre nettamente inferiori) e da un altro ha ulteriormente appiattito il livello tecnico ed acuito la necessità di lavorare sul piano fisico, oltre a fornire ulteriori "livelli di discrezionalità" e potere agli arbitri per cui uno stesso gesto tecnico può essere un fallo se commesso a una dozzina di metri, mentre nulla viene concesso se la stessa azione si svolge a m 5,01 dalla porta. Alla faccia della comprensione del gioco e dell'avvicinamento del pubblico al nostro sport. Come fa un profano a comprendere uno sport nel quale viene consentito di bloccare a priori i movimenti ad un giocatore senza palla che vuole smarcarsi senza che vengano presi provvedimenti? Come possiamo noi, che pagavamo e volentieri il biglietto, ritrovarci in uno sport che nel 2016 ha cambiato così poco le sue regole e così tanto le discrezionalità arbitrali e le libere interpretazioni da far sì che i giocatori più divertenti e spettacolari della sua storia oggi farebbero fatica in A2? State certi che un Maradona o un Magic Johnson o anche un Bernardi nei rispettivi sport nessuno farà in modo che spariscano, anzi, quando e se ne rinasceranno, saranno sempre dei campionissimi. Nella nostra pallanuoto di oggi un Sergio Brio fa più comodo di un Pelè della situazione. E con questo abbiamo già detto molto.
 
2. Causa principale è la direzione che stiamo facendo prendere a questo sport, con l'aggravante che per quanto riguarda il reclutamento rinunciamo ad una bella fascia di giovani, e ci buttiamo nella stessa direzione di pallavolo, basket, rugby, peraltro pure levando divertimento a chi guarda. Ringraziamo mamma Fina altrimenti altro che sport olimpico, fra le altre cose... Lonzi ha provato a dare una svolta, ma mi pare che per ora le indicazioni Fina siano cadute nel dimenticatoio, in nome di cosa è facile capirlo. Poi c'è da parlare degli spazi acqua: recentemente ci siamo allenati con una squadra di A1 francese, e loro erano incuriositi da come si componeva il nostro budget annuale Ebbene, quando ho detto loro che la voce principale di spesa erano gli spazi acqua per gli allenamenti e le partite mi hanno risposto che loro spendono per questo ogni anno una cifra tonda: ZERO. Perchè viene riconosciuto il valore sociale (minori costi sanitari e di sicurezza, ad esempio) come un vero valore economico. Pertanto possono permettersi alcuni professionisti a tempo pieno a lavorare per il club, anche perchè ricevono (club di A1 femminile e C/D maschile) circa 23mila euro di contributo annuo. Questo valore era riconosciuto pure in Italia, fino almeno ai primi anni ottanta. Noi abbiamo accettato supinamente sia di vedercelo disconosciuto, il valore di quello che facciamo, sia che le piscine si trasformassero da impianti sportivi in corsifici e templi dell'attività commerciale, senza presentare alcun conto allo Stato principalmente ed alle amministrazioni locali in seconda. Ora gli impianti sono in mano in gran parte a gestori che anzitutto devono far quadrare i conti e quindi vedono con fastidio una attività che richiederebbe molti spazi acqua per relativamente numeri bassi di atleti (pardon, clienti). Del resto i francesi sono stati capaci di una rivoluzione, noi non lo saremo mai, e dire che ne avremmo avuto e ne avremmo maggior donde...
 
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GIANNI DE MAGISTRIS
 
1. Sono perfettamente d'accordo, purtroppo. Oggi io mi annoio guardando le partite di pallanuoto perchè i gesti tecnici di altissimo livello sono sempre più rari. La stessa finale degli Europei tra Serbia e Montenegro è stata molto avvincente per l'importanza della posta in palio e per l'andamento della gara, ma di grandi giocate dal punto di vista tecnico ne ho viste davvero poche.
 
2. La causa principale, a mio avviso, è questa: la pallanuoto è diventata troppo fisica e questa esasperata fisicità impedisce ai giocatori dotati di un bagaglio tecnico superiore rispetto agli altri di esprimere tutte le loro potenzialità. Ma c'è di più: il gioco particolarmente fisico rende sempre più difficile anche il compito dei direttori di gara perchè in una sola azione ci sono tantissime irregolarità. Oggi non farei mai l'arbitro, è diventato un compito ingrato, impossibile.
Se gli altri sport, al contrario della pallanuoto, sono diventati più spettacolari nonostante la maggiore fisicità, è perchè la pallanuoto non riesce più a produrre campioni come una volta. Ciò è dovuto, a mio avviso, allo scarso appeal del nostro sport rispetto ad altre discipline. Mi metto nei panni di un ragazzo che deve scegliere quale sport fare e mi chiedo: chi me lo fa fare di giocare a pallanuoto? Gli allenamenti sono durissimi, i soldi pochissimi, la visibilità praticamente inesistente. In altre parole, la pallanuoto non riesce più a produrre un certo numero di talenti perchè il reclutamento è sempre più difficile. E inoltre, a coloro che riesci a reclutare, è sempre più difficile insegnare i fondamentali perchè gli spazi acqua riservati alla pallanuoto sono sempre più esigui.
 

 

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