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A1 maschile a 16 squadre e blocco retrocessioni?

  Pubblicato il 12 Feb 2015  05:23
IL SONDAGGIO E' GIU' A DESTRA IN HOME PAGE
 
Campionato di A1 maschile a 16 squadre a partire dalla prossima stagione?
Voci di corridoio dicono che se n'è parlato in Consiglio Federale, ma per il momento non si sa bene se l'ipotesi rimarrà sulla carta oppure diventerà realtà.
Un'ipotesi che prevede il blocco delle retrocessioni quest'anno in A1 maschile e 4 promozioni dall'A2 anzichè 2.
Se tutto ciò diventerà realtà, la formula del campionato 2015-2016 prevederà due gironi iniziali da 8 squadre.
 
E' APERTO IL DIBATTITO
 
GIUSEPPE GERVASIO (direttore sportivo della Carisa Savona): "Sono decisamente contrario. L'allargamento a 16 squadre del campionato di A1, con due gironi preliminari da otto squadre, poteva essere una buona idea tempo fa, quando c'era effettivamente un gruppo consistente di squadre che andavano per la maggiore ed altre che lottavano per salvarsi. Oggi, invece, ci sono soltanto due squadre di un certo livello, Pro Recco e Brescia, mentre tutto il resto del campionato ha fatto registrare un livellamento in basso. Con questa situazione cercare di fare all'interno dello stesso campionato un gruppo d'elite e un gruppo che lotta per la salvezza è decisamente un'ipotesi da scartare".
 
MARIO TORRISI (presidente dell'Item Catania): Non intendo sottrarmi all’interessante dibattito innescato dall’editoriale di Mario Corcione e dall’intervento di Marco Ferraro circa l’allargamento del prossimo campionato di serie A1 a 16 squadre.
Concordo largamente nelle linee generali con quanto proposto da Marco Ferraro e cioè Campionato di A1 a 16 squadre diviso in due gironi da 8 (nord e sud), playoff (4 nord e 4 sud) e playout (idem) con scontri diretti per la determinazione della classifica finale con 4 retrocessioni, fasi che vanno rese, ovviamente, compatibili con gli impegni delle squadre nazionali e delle coppe europee. Sono, infatti, convinto che l’eventuale allargamento faciliterebbe la presenza della pallanuoto di vertice in tutto il territorio nazionale, allargandone la base, l’entusiasmo, specie laddove la pallanuoto si fa, con il lavoro giornaliero sui settori giovanili, con lo spazio dato dai media locali, con il pubblico che accorre numeroso a vedere le partite, contrariamente al deprimente vuoto che spesso fa da cornice a partite seppur di elevato valore tecnico e spettacolare. Sfido qualsiasi partita dell’attuale Campionato di A1 (anche match scudetto) a confrontarsi in termini di pubblico, di entu
siasmo, di giovani pallanuotisti presenti come spettatori, con una partita della Nuoto Catania.  Lo stesso Sandro Campagna, nostro gradito ospite, in occasione del derby di quest’anno con l’Ortigia è rimasto impressionato dall’entusiasmo e dal seguito che lo spettacolo della pallanuoto ha oggi in Sicilia. A tal proposito ci sarebbe piaciuto che il bravo Corcione, oltre a esprimere legittimamente la sua solidarietà per la possibile scomparsa dell’A1 dall’Italia Centrale avesse anche espresso analogo rincrescimento per la mancanza dell’A1 dalla Sicilia.
Credo che oggi, proprio per la sopravvivenza del nostro sport, sia necessario trovare delle misure utili a costruire un prodotto campionato più interessante e avvincente dell'attuale, capace di attrarre nuovi  sponsor e nuove partnership.
L’allargamento a 16 squadre del campionato di Serie A1 è, pertanto, a mio avviso, una proposta che va presa in considerazione, ma non come mezzo da utilizzare per creare contrapposizioni fra società,  credo, anzi, sia venuto il tempo per remare tutti dalla stessa parte con l’obiettivo comune di aumentare la popolarità, la visibilità e la vendibilità economica del nostro sport.
 
MARCO FERRARO (presidente della Roma Vis Nova): Anche io  sarei  contrario, e come presidente di squadra quasi retrocessa potrei essere accusato di interessi personali, ma chi  mi conosce sa che quanto sto per dire è frutto dell'amore per questo sport e della voglia di cercare la strada per il successo dello "spettacolo pallanuoto". 
Ho riflettuto sul prossimo anno, che nella regular season sarebbe interrotto, oltre che dalle coppe, dagli Europei (dal 10 al 25 gennaio) e in quanto anno olimpico con il dovere  di subordinare ogni altra esigenza alla preparazione olimpica... del nostro settebello. Tale esigenza si concilia con un'altra forse piu importante: quella di allargare la territorialita della A1 (la pallanuoto di vertice deve essere presente laddove la pallanuoto si fa. Per invogliare i giovani a iniziarla) e di costruire un prodotto campionato piu interessante e avvincente dell'attuale e... magari meno oneroso e piu vendibile come prodotto a sponsor e media partner. E allora invito tutti a riflettere su questa ipotesi, ovviamente sommaria, e da studiare e perfezionare:
Campionato a 16 squadre (in grado di garantire standard organizzativi e spettacolari da definire e rendere obbligatori) diviso in due gironi da 8 (nord e sud) da iniziare e finire prima degli Europei.
Dopo gli Europei inizio dei playoff (4 nord e 4 sud) e playout (idem) con avvincenti scontri diretti per la determinazione della classifica finale con 3 retrocessioni e premi a scalare come nelle finali giovanili (magari dallo sponsor ufficiale del campionato).
Nel contempo la A2 (a 20 o 24) dovrebbe diventare la cantera per la A1 con maggiore spazio ai giovanI.
Rispondo infine alle giuste osservazioni di:
1. Borelli. la formula sopra ipotizzata risponde alle esigenze di risparmio-costi da lui indicate e soprattutto permetterebbe di assistere a meno partite dai risultati scontati, umilianti... magari trasmesse in tv...
2. Flutti. Il suo presidente sarebbe felice di spendere meno, avere più partite spettacolari e magari ottenere dei ricavi da piu sponsor del campionato... o della società.
3. Marsili. Penso che, se meglio remunerati, in Italia ci sarebbero molti giocatori che si dedicherebbero alla pallanuoto di alto livello, allenandosi di piu e meglio  e fornendo maggior serbatoio alla nazionale. Quello che manca non sono i giocatori potenzialmente bravi ma i soldi per farli allenare meglio. E lo dico guardando quanti giocatori hanno smesso appena non sono stati più capaci di conciliare gli studi (o il lavoro) e lo sport. 
Infine un auspicio: ogni innovazione che aumenti popolarità, visibilità, spettacolarità e introiti di questo sport non può che essere il frutto della collaborazione delle società (tutte assieme), che spendono ogni anno molti soldi senza alcun ricavo, con  la Federazione: hanno  lo stesso fine, quello di aumentare i praticanti e vedere il nostro sport eccellere in ogni competizione internazionale.  Penso siano maturi tempi per questa svolta, e lasciar passare ancora del tempo è un errore.
SPERO CHE MARTEDI  SIA UN GIORNO IMPORTANTE PER LA PALLANUOTO ITALIANA. Buona domenica a tutti.
 
GIANNI FOSSATI (direttore sportivo del Bogliasco): "Io sono della vecchia guardia, addirittura io eliminerei i playoff per semplificare le cose. Questo vi lascia capire chiaramente cosa penso di questa ipotesi dei due gironi da otto squadre".
 
PIERO BORELLI (direttore generale del Brescia): "Anch'io ho sentito questa voce, e dico subito che la cosa mi lascia molto perplesso. Non vorrei che si ripetesse lo stesso errore di anni fa, che abbiamo pagato a caro prezzo: quello di allargare il campionato per salvare il Pescara che era retrocesso. La formula dei due gironi, inoltre, non mi piace: potrei accettarla solo se i gironi iniziali fossero come quelli di A2, realizzati secondo criteri geografici per risparmiare sui costi delle trasferte, e se durante il campionato tutte le squadre avessero la possibilità di affrontare le altre. Ma non credo che queste due esigenze che ho espresso possano essere compatibili".
 
MARCO FLUTTI (direttore sportivo del Como): "Anch'io ho sentito questa voce e mi ha fatto rabbrividire. Indipendente da qualsiasi altra considerazione, trovo assolutamente ingiusto fare cambiamenti in corso. Noi del Como abbiamo investito cifre non indifferenti per conquistare la salvezza, a saperlo prima puntavamo direttamente sui giovani per farli crescere. Mi auguro che questa storia delle 16 squadre rimanga soltanto una voce".
 
MINO MARSILI (direttore sportivo della Pro Recco): "Io questa voce non l'ho sentita, ma dico subito che sono contrario. In questo momento non ci sono giocatori per fare l'A1 a 12 squadre figuriamoci a 16. Basta vedere il divario che esiste tra le attuali squadre di A1, l'enorme scarto di reti che si verifica in molti incontri. Il fatto che numerosi incontri finiscano tanto a poco è una delle cause che impediscono alla pallanuoto di avere una certa popolarità, con altre 4 squadre la situazione peggiorerebbe. Altro che 16 squadre, io il campionato lo ridurrei a 10.
 

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