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A tu per tu con Marcel Vulpis, parlando di impiantistica, marketing, Lega e organizzazione dei campionati

  Pubblicato il 13 Mag 2120  23:50
Nell’interessante intervista rilasciata per l’anteprima di Controfuga , Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy, ha fornito diversi quanto interessanti spunti di riflessione su tematiche che al momento risultano quanto mai salienti nel dibattito.
 
 
Sulla problematica della riapertura degl’impianti
Può pesare tanto e anche lo stesso presidente Paolo Barelli ha parlato di rischio di collasso  del sistema perché chiaramente il sistema delle piscine rappresenta un ecosistema sportivo ormai ben collaudato sia sotto il profilo della formazione, quindi sia dei giovani che anche di coloro che appunto fanno gli atleti nel corso della stagione sportiva ma è soprattutto un contenitore economico-sportivo perché comunque genera ricchezza sia all'interno di questo mondo ma anche a livello di indotto oltre a generare secondo me  un valore aggiunto perché ad esempio un bambino che inizia a fare nuoto comunque genera un ‘attenzione del sistema familiare nei confronti appunto dei propri figli perché questi ultimi possano crescere facendo sport e quindi puntando sempre più ad un benessere psicofisico. Da questo punto di vista è chiaro che ci troviamo di fronte ad un momento difficile in cui il mondo dei centri sportivi, delle palestre, delle piscine sarà costretto ad ideare una serie di soluzioni che non saranno mai uguali a quelle che venivano utilizzate pre-Covid-19. Hi sentito nelle ultime settimana che una delle idee più diffuse è quella che prevede in piscine dove ci sono più corsie di svolgere i corsi alternando gli atleti una corsia sì e una no. Questa decisione va ad impattare nella misura del cinquanta per cento sui potenziali ricavi e questo nel sistema economico delle piscine è un danno economico non banale perché si va a sommare a due mesi e mezzo di totale inattività che queste strutture non riusciranno a recuperare anche se volessero fare, per assurdo, dei corsi notturni. Nel momento in cui optassero per lavorare il doppio o il triplo non lo possono fare perché quasi sicuramente saranno costrette ad adottare soluzioni che servono a restare in piedi in questa situazione ma non è detto che questi provvedimenti riescano ad apportare benefici economici a chi le adotterà.
 
Sulla creazione di una Lega e i compiti che essa dovrebbe svolgere
Le Leghe nascono quando si verifica una forte crescita del movimento attorno ai club, alle squadre che le compongono. Non sempre creare una lega vuol dire generare immediatamente dei benefici diretti all’interno del sistema e all’interno dell’ecosistema delle squadre che vi partecipano. Porto due esempi: la lega pallamano molti anni fa è nata ed è stata poi dopo sciolta. Diversi anni addietro la Lega italiana rugby d’eccellenza è stata costituita e poi dopo è rientrata sotto l’egida della federazione. Normalmente in presenza di una federazione molto ben strutturata come può essere la Fin e dall’altra dove ci sono dei club che magari esistono storicamente come blasone ma che non riescono a generare un impatto economico devastante in termini d’interesse da parte di sponsor e di broadcaster a livello televisivo questi tornei rimangono sotto l’egida della federazione in attesa poi di una loro esplosione economica successiva però al momento non mi sembra che la pallanuoto abbia bisogno della Lega poi in un anno difficile come questo credo comunque sia meglio che resti sotto l’egida della Fin che chiaramente, visto che non parliamo di un movimento professionistico in ambito sportivo, che deve operare uno sforzo ulteriore per favorire la nascita del prossimo torneo perché anche qui può esserci la stanchezza di qualche imprenditore e non sempre è detto che nella seconda divisione ci siano delle realtà pronte a subentrare. Rischio concreto che può verificarsi anche nella serie A1 di basket maschile. La Lega deve nascere dalla volontà di creare un board, una cabina di regia che possa essere di aiuto e di servizio ai club stessi altrimenti i singoli club non trarrebbero beneficio dallo stare in una Lega. Una struttura snella, come magari potrebbe nascere un giorno anche a supporto della pallanuoto, che genera contratti di sponsorizzazione, che segue gli aspetti della vendita dei diritti televisivi ove possano nascere e avere anche un valore economico allora potrebbe diventare centrale per lo sviluppo di un movimento perché magari i singoli club sono molto focalizzati sull’aspetto sportivo quindi non riescono, se non per le proprie esigenze, ad avanzare richieste di denaro a sponsor o a televisioni. Chiaramente la Lega va a vendere un prodotto, quindi i singoli club diventano poi parte di una struttura; quella massa critica in grado di generare un interesse potenziale in termine di audience o afflusso nei palazzetti va ad essere individuata come un valore economico. Il primo aspetto da considerare per chi volesse mettere in piedi un’operazione del genere è capire quale potrebbe essere l’interesse del mercato perché la sola creazione dell’associazione non genera istantaneamente l’arrivo di sponsor e tv pronti a versare soldi soprattutto se pensiamo a questo periodo. Bisogna prima capire quali sono i punti di forza, strutturare meglio le singole società e poi quando i tempi saranno maturi potrà anche nascere una cabina di regia di questo tipo.
 
Sull’importanza di un canale tv di riferimento
Oggi una qualsiasi forma di strategia di sviluppo di uno sport è legata alla cross-medialità , l’utilizzo di diversi strumenti multimediali per generare interesse e far crescere appeal sopra un brand, una federazione o un prodotto sportivo. La politica della Rai è ormai ben nota da anni, è una politica di disinvestimento ma non solo nel nuoto anche nel calcio, disciplina nella quale ancora oggi l’ente pubblico detiene i diritti solo per la gare della nazionale, la coppa Italia e la Supercoppa italiana. Questo dato chiarisce in maniera esemplare la politica aziendale della Tv di Stato. La problematica della pallanuoto non è unica. Ci sono tante federazioni che non riescono a trovare l’auspicata visibilità sulla Rai. Ci sarebbe bisogno di un importante progetto televisivo e perché questo tenga è necessario avere dei ritorni in termini di contatti televisivi. Bisognerebbe condurre una ricerca completa per capire innanzitutto quali persone sono fortemente interessate al prodotto live all’interno dell’impianto e al prodotto sulle televisioni o sul web
 
Andrea Addezio
 
 

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