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A2 maschile

Playout - Finali - Gara 3: Muri Antichi-Arenzano 13-7

  Pubblicato il 27 Mag 2015  18:56
(1-1, 5-2, 3-1, 4-3)
Famila Muri Antichi: Graziano, Carchiolo 4, Scicali, Strano, Barbaric 4 (1 rig.), Dato, Scirè 1, Scebba 2, Indelicato 1, Sfogliano, Muscuso, Scuderi 1, Reina. All. Cassone.
Arenzano: Agostini, Mensi, Mezzasalma 1, A. Siri 2° 1, Lottero, Corio 1, Rubino 1, Sargiano, Piccardo 1, A. Siri 1°, Tondina, Manzone 2 (1 rig.), Damonte. All. Caltabiano.
Arbitri: Centineo e Lo Dico
Superiorità numeriche: Muri Antichi 5/15 + 1 rig., Arenzano 3/10 + 1 rig.
Note: usciti per limite di falli Indelicato e Sfogliano (MA) e Manzone (A) nel quarto tempo. Espulsi Mensi e A. Siri 2° per proteste nel quarto tempo.
 
IL COMUNICATO DELLA FAMILA MURI ANTICHI
scudetto l’ha vinto e si chiama salvezza. In gara-3 la Muri Antichi ha sciorinato una prestazione maiuscola, ha espresso per tutta la partita il suo potenziale senza perdere la testa, mantenendo alta la concentrazione per tutta la durata del match. Una prova di gruppo, dai cosiddetti senatori, che hanno trascinato la squadra, ai più giovani che si sono fatti guidare in maniera egregia e hanno dato il loro validissimo contributo. Una vittoria che premia il lavoro di un anno faticoso, con la ciliegina della salvezza finale. È stato fatto di tutto per evitare la lotteria play-out, ma la Famila si è complicata la vita da sola. Nei play-out ha giocato una gara-1 decisamente sottotono e reagito alla grande per ribaltare tutto e vincere in rimonta regalandosi sul campo, il mantenimento della serie A2.
LA GARA. Partenza in sordina da parte delle due squadre, molto chiuse in difesa. La Famila sbaglia con l’uomo in più ma realizza con Barbaric su rigore, poco dopo il pari di Rubino in superiorità numerica. Ad inizio secondo parziale il primo e unico vantaggio ligure arriva con Manzone ed è a quel punto che i ragazzi di casa premono il piede sull’acceleratore. Un ispiratissimo Carchiolo impatta sul 2-2, Barbaric dal nulla si inventa il 3-2 di potenza e Scuderi senza paura timbra il contropiede del +2 (4-2). Manzone accorcia su rigore ma nel finale la Famila dimostra che in attacco può far danni e colpisce con Carchiolo e Scebba. Terzo parziale decisivo con la Famila che dimostra molta sicurezza e tranquillità, soprattutto in difesa, grazie anche alla saracinesca eretta da Graziano. Indelicato e Carchiolo realizzano con l’uomo in più e Barbaric poi portano in quota la Muri sul massimo vantaggio (9-3), prima della botta dalla distanza di Piccardo. Manca solo un tempo, otto minuti per sognare la salvezza, l’imperativo è non commettere errori. Arenzano vede il tempo scorrere e prova il tutto per tutto e accorcia con due gol lampo di Corso e Siri (9-6). Da quel momento non c’è più storia. I quattro tenori della Famila, Scebba, Scirè, Carchiolo e Barbaric realizzano in sequenza e allontanano definitivamente Arenzano, che perde un po’ la testa nel finale. A nulla serve il gol conclusivo di Mezzasalma.
Può partire la festa, le lacrime di Luigi Spinnicchia, il tuffo in piscina di Renato Caruso, la gioia dipinta nel volto dei ragazzi che hanno conquistato una salvezza meritata. “Farei mille di questi pianti – afferma un raggiante Spinnicchia – sono lacrime di gioia, in qualche modo si deve scaricare la tensione. Sapevo che questa squadra aveva le qualità per ribaltare il risultato. Dopo gara-1 ho visto che qualcosa era cambiato nei ragazzi. Oggi temevo l’approccio alla partita. Primo tempo un po’ timoroso ma prese le misure i ragazzi hanno dilagato. I giocatori più esperti oggi hanno dato il massimo, hanno la Muri Antichi scolpita nel cuore e mi sento di ringraziare su tutti il nostro capitano Andrea Scirè”. “Ho dieci minuti di autonomia – scherza Renato Caruso – poi andrò subito a festeggiare con i ragazzi. Oggi abbiamo fatto la partita quasi perfetta, specialmente in difesa, bravi anche nel saper gestire il pallone  in avanti. Questa è una squadra di pazzi, i ragazzi quando danno il massimo possono dimostrare a chiunque il loro valore. Sia i grandi ma anche i piccoli hanno avuto tanta voglia e in queste partite è fondamentale avere più fame degli altri”.
Davide Caltabiano
 

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