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A1 femminile

Plebiscito-Città di Cosenza 11-4

  Pubblicato il 24 Feb 2018  09:39
(4-1, 3-1, 2-1, 2-1)
Lantech Plebiscito: Teani, Barzon 4, Savioli 1, Gottardo 1, Queirolo 2, Casson 1, Millo 1, Dario 1, Sohi, Chiappini, Nencha, Tielmann, Giacon. All. Posterivo S.
Città di Cosenza: Gorlero, Citino, Gallo, De Mari, Motta S. 1, De Cuia, Kuzina 2, Nicolai 1, Di Claudio, Presta, Motta R.. All. Capanna.
Arbitri: L. Bianco e Pinato.
Superiorità numeriche: Plebiscito 3/8 + un rigore e Cosenza 2/4.
Note: nessuna giocatrice uscita per limite di falli. Gorlero (C) para un rigore a Millo a 4'51 del quarto tempo. Espulso per proteste il tecnico Capanna (C) a 6'31 del quarto tempo.
PADOVA - Quando Sara Dario con un gran tiro da posizione 4 manda il pallone nell'angolino alto alla sinistra di Gorlero, si capisce chiaramente che non ci sarà più niente da fare per la Città di Cosenza. Siamo all'inizio del secondo tempo e il punteggio è 5-1. Il Plebiscito sta giocando bene e con una sicurezza tale da scongiurare rimonte anche da una squadra come quella di Capanna che quest'anno aveva già battuto (ed eliminato) le campionesse d'Italia in Coppa Italia. Al +4 iniziale collabora attivamente anche Barzon, che alla fine dell'incontro sarà la migliore realizzatrice con quattro gol, di cui un paio a conclusione di contropiedi molto ben eseguiti dalla squadra di Posterivo, che a fine gara dice: "Ottimo approccio e buona gara fino alla fine. C'è stato comunque qualche errore di troppo, e poi ancora una volta abbiamo fallito un rigore (parato da Gorlero, ndr): è l'ottavo errore tra campionato e coppe".

ILCOMUNICATO DELLA CITTA' DI COSENZA
Turno infrasettimanale e sconfitta per il Città di Cosenza, fermato a Padova con il risultato di 11-4. La magia di Coppa Italia, con le calabresi che riuscirono a battere Padova, è svanita, e la squadra di Posterivo ha cancellato il brutto stop di inizio gennaio portando a casa il bottino pieno. La qualità di Padova ha garantito al proprio tecnico un successo agevole e la fisicità espressa in vasca da una squadra in grande forma, ha fatto la differenza in una gara mai in discussione. Le rossoblu hanno provato ad imbastire quale azione interessante, ma non è il momento migliore del gruppo di Capanna, che incassa un altro ko e pensa a mantenere alta la concentrazione di un gruppo passato dal buon terzo posto di Coppa ai due stop in soli 4 giorni. Da sottolineare il buon arbitraggio dei signori Bianco e Pinato, che hanno fischiato poco e consentito alle squadre di giocare. In questo contesto Padova è stata brava a far valere la sua grande fisicità, e a far sua una gara da archiviare subito. La cronaca: Padova parte forte e Savioli e Barzon firmano il 2-0. Nicolai accorcia, ma prima della fine del primo quarto le padrone di casa firmano il poker con Barzon e Casson. Si riparte e Dario firma il 5-1, Kuzina va in gol ma Padova mette la gara in ghiaccio con Gottardo e Queirolo. Si va al riposo lungo sul 7-2, Barzon allunga, Kuzina fa 8-3, ma Queirolo allunga ancora. Il quarto tempo è pratica semplice da sbrigare per Padova. Resta il tempo per le reti di Millo, Silvia Motta e Barzon e per il rosso a Capanna, allontanato per proteste. Cosenza lascia l’intera posta in palio e Padova festeggia una partita vinta con merito.
“Dobbiamo complimentarci con le avversarie – afferma Capanna – e con gli arbitri. Hanno diretto una gara con grande qualità e con un metro di giudizio internazionale, fischiando poco e lasciando giocare. E’ chiaro che noi abbiamo sofferto la loro maggiore fisicità ma devo dire che gli arbitri hanno fatto un bel lavoro. Per quel che riguarda la mia squadra posso dire che c’è un divario di qualità troppo grande tra noi e loro. Le abbiamo incontrate in un momento di grande forma e voglia di ripartire, ed è chiaro che poi viene fuori questo risultato. Il punteggio di 11-4 è comunque pesante ma tra la seconda in classifica e noi può maturare. Io posso solo intensificare il mio lavoro, portare il livello degli sforzi al massimo e tirare fuori ogni goccia di consapevolezza e di voglia di far bene dalle ragazze, ma non voglio un clima di depressione perché il calendario in questa fase ci penalizza e nella fase successiva bisognerà uscire fuori con forza”.
 

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